‘NON SIAMO CONTRARI AI PENSIONATI ALL’ESTERO: MA 35 MLN PER LE 14ESIME È UN’ANOMALIA’

    La premessa è che ai governi – ormai abituati a controllarci ed a ’spremerci’ senza troppi complimenti – il fatto che sempre più italiani (dopo una vita di tasse e sacrifici), decidano di trascorrere la loro pensione all’estero, proprio non va giù. Altra cosa è chi ha invece deciso in giovane età di emigrare in un paese straniero, fino ad acquisirne la cittadinanza, creando dunque le premesse (attraverso i contributi versati) per poter conquistarsi una pensione. E la questione degli italiani all’estero è l’argomento che stamane ha animato l’audizione in Senato del presidente Inps che, in merito ai residenti all’estero, ha paventato a la necessità di rivedere le prestazioni assistenziali, così da allinearle alle norme in vigore negli altri stati Ue. “Pagare le prestazioni assistenziali, come la 14esima, ai pensionati italiani residenti all’estero – ha affermato giustamente Tito Boeri – è un’anomalia che ci porta ad alleggerire i costi sociali di altri Paesi. “Il nostro Paese, nel rispetto delle norme nazionali e internazionali, ogni anno eroga a residenti all’estero oltre ai trattamenti di tipo previdenziale anche prestazioni assistenziali, quali integrazioni al trattamento minimo e maggiorazioni sociali a somma aggiuntiva, come la 14esima che sono interventi tipicamente erogate dal paese di residenza. E questa – spiega il presidente dell’Inps – è un’anomalia che ci porta ad alleggerire conti pubblici, i conti della protezione sociale di altri paesi. Pensiamo al caso della Germania dove gli uffici della protezione sociale riducono le prestazioni che darebbero ai pensionati italiani nel momento in cui questi ricevono la 14esima . E il fatto che la 14esima sia stata estesa ha alleggerito i loro conti. Viene da chiedersi dunque perché noi dobbiamo agire diversamente da quanto fanno altri paesi che normalmente forniscono prestazioni assistenziali solo per residenti in quei paesi. Quando noi interveniamo in questo modo in altri paesi che hanno dei minimi vitali, Germania ma anche Australia e Usa, succede che noi, di fatto, alleggeriamo i conti delle prestazioni sociali di altri paesi essendo l’Italia peraltro un paese che ancora non è dotato di un sistema di assistenza sociale di base adeguato, cioè universale”. Ed a proposito della ‘disponibilità’ italiana, Boeri ricorda che “dagli anni ’90 le norme europee hanno stabilito l’inesportabilità di tali provvidenze. E’ strano che si continuino ad esportare misure assistenziali che vanno contro la tendenza imperante di altri paesi”. Oltretutto, rimarca Boeri, “l’Inps è convinto che la comunità di percettori di pensioni all’estero continuerà ad aumentare, inevitabile conseguenza della globalizzazione. E non c’è niente di male in questo: Noi non siamo contrari ai pensionati all’estero. Non lo siamo nella misura in cui si tratta di prestazioni di carattere contributivo. Anzi, ogni tanto sarebbe utile che il nostro paese si rendesse appetibile anche a pensionati di altri paesi, importanti per alimentare la domanda interna e le entrate fiscali. Ma quello che resta anomalo – tiene a ribadire – è che da noi si esportino prestazioni assistenziali che tutti gli altri paesi garantiscono solo ai residenti”. Nello specifico c’è infatti da chiarire che spese come quella affrontata dall’Italia per la 14 esima, non è cosa da poco: ’’sono state erogati all’estero complessivamente nel 2017, circa 35,6 milioni di euro con un incremento di 20 milioni, cifra dunque più che raddoppiata rispetto al 2016 – spiega Boeri – Destiniamo dunque alle prestazioni assistenziali all’estero, non coperte da contribuzione, somme non irrilevanti’’. Attualmente, spiega inoltre il presidente dell’Inps (“nonostante il regime di inesportabilità delle prestazioni assistenziali”), il maggior numero dei beneficiari si trova in Europa, dove sono state erogate 35.252 quattordicesime, ossia il 39,6% del totale, per una spesa di 14 milioni di euro Importanti anche le presenze disseminate tra l’America meridionale (36,1%, con 32.103 ’assegni integrativi’ per 13,6 milioni), e quella settentrionale (12,6%), con circa 11.281 trattamenti per un importo di 4,12 milioni di euro.
    M.