‘SOGNO UN’EUROPA IN CUI ESSERE MIGRANTE NON SIA UN DELITTO. DOBBIAMO COSTRUIRE PONTI E NON ERIGERE MURI’, IL CREDO UMANISTA DI FRANCESCO

    160318-151305to180316cro3728.jpg (737×415)

    L’occasione era il conferimento del Premio Internazionale Carlo Magno 2016, tenutosi nella Sala Regia del Palazzo Apostolico Vaticano, alla presenza di autorità come la cancelliera Angela Merkel, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ed il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi. E nel corso del suo intervento, Papa Francesco ha tenuto a racchiudere in tre parole il sunto di quello che auspica come un  nuovo umanesimo: “integrare, dialogare, generare. Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà? – domanda e si domanda il santo padre – Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?”. Quindi il Pontefice, ricordando l’esempio dei Padri fondatori, ha tenuto a sottolineare: “I progetti dei Padri fondatori, araldi della pace e profeti dell’avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri. Sembrano esprimere un accorato invito a non accontentarsi di ritocchi cosmetici o di compromessi tortuosi per correggere qualche trattato, ma a porre coraggiosamente basi nuove, fortemente radicate; come affermava Alcide De Gasperi, ’tutti egualmente animati dalla preoccupazione del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra Patria Europa’, ricominciare, senza paura un ’lavoro costruttivo che esige tutti i nostri sforzi di paziente e lunga cooperazione’. Questa trasfusione della memoria ci permette di ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni”. Francesco ha quindi esortato tutti ad accettare “con determinazione la sfida di ’aggiornare’ l’idea di Europa. Un’Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare”. L’Europa “famiglia di popoli, lodevolmente diventata nel frattempo più ampia, in tempi recenti sembra sentire meno proprie le mura della casa comune, talvolta innalzate scostandosi dall’illuminato progetto architettato dai Padri. Quell’atmosfera di novità, quell’ardente desiderio di costruire l’unità paiono sempre più spenti; noi figli di quel sogno siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando al proprio utile e pensando di costruire recinti particolari. Tuttavia, sono convinto che la rassegnazione e la stanchezza non appartengono all’anima dell’Europa e che anche ’le difficoltà possono diventare promotrici potenti di unità”. Poche ore prima Bergoglio, oltre ad Angela Merkel, cancelliera della Repubblica Federale di Germania, aveva ricevuto in udienza diverse autorità europee come Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo; Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo; Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea. Il premio internazionale Carlo Magno di Aquisgrana è conferito ogni anno per il lavoro svolto in favore dell’integrazione e dell’unione in Europa. Nel 2015 il vincitore è stato Martin Schultz. Wojtyla lo ricevette nel 2004 ed è stato il primo Papa a ricevere il prestigioso riconoscimento. Oggi è stata la volta di Papa Francesco.

    M.