‘URGE UNA RIFORMA COMPLESSIVA’: IN MERITO ALLA VICENDA CHE VEDE TAXI, UBER ED NCC CONTRAPPOSTI, L’ANTITRUST SI RIVOLGE AL GOVERNO. ‘VIGE UNA LEGGE DI 25 ANNI FA’

    uber-taxi.jpg (620×416)

    Sottolineando che il settore della mobilità non di linea, come quella relativa ai taxi e alle auto ncc, “è regolato da una legge ormai vecchia di 25 anni (legge n.21 del 15 gennaio 1992)” e richiede pertanto “una riforma complessiva”, oggi l’Antitrust si è rivolta al parlamento e al governo chiedendo una rapida riforma del settore taxi e Ncc, attraverso una segnalazione che sottolinea lanecessità di mettere la normativa al passo con l’evoluzione del mercato. Nello specifico, l’Autorità si dice convinta che la strada da perseguire per la riforma del settore “debba innanzitutto passare da unalleggerimento della regolazione esistente”. E per tale motivo “dovrebbe essere garantita unamaggiore flessibilità operativa ai soggetti dotati di licenza taxie al tempo stesso dovrebbero essereeliminate le disposizioni che limitano su base territoriale l’attività degli operatori Ncc. Queste riforme garantirebbero una pienaequiparazione dal lato dell’offerta tra gli operatori dotati di licenza taxi e quelli dotati di autorizzazione Ncce faciliterebbe lo sviluppo presso il pubblico di forme di servizio più innovative e benefiche per i consumatori (tipo Uber black e Mytaxi)”. Secondo l’Antitrust la riforma “dovrebbe anche riguardare quella tipologia di servizi che attraverso piattaforme digitali mettono in connessione autisti non professionisti e domanda finale (come il servizio Uber Pop). Tale regolamentazione, tenuto conto dell’esigenza di contemperare la tutela della concorrenza con altri interessi meritevoli di tutela quali la sicurezza stradale e l’incolumità dei passeggeri, dovrebbe essere tuttavia la meno invasiva possibile, limitandosi a prevedere una registrazione delle piattaforme in un registro pubblico e l’individuazione di una serie di requisiti e obblighi per gli autisti e per le piattaforme, anche di natura fiscale”. Se ne deduce, spiega ancora l’Autorità, che tali misure “determinerebbero una immediata estensione dell’offerta di servizi di mobilità non di linea a tutto vantaggio dei consumatori finali. La possibilità di successo di una tale riforma in senso pro-concorrenziale del settore è tuttavia legata all’adozione di misure idonee a limitare quanto più possibile l’impatto sociale dell’apertura del mercato”. Tuttavia, abeneficio dei tassistiin servizio al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa, l’Antitrust pensa ad “alcune forme di compensazioneche potrebbero essere finanziate tramite la costituzione di un Fondo finanziato dai nuovi operatori e dai maggiori introiti derivanti da possibili modifiche del regime fiscale”.