400 assassini libici in viaggio per l’Italia

    Quattrocento detenuti evasi da un carcere libico starebbero raggiungendo l’Italia. E fin qui nulla di nuovo nel novero dei barconi che attraversano il Mediterraneo. Il problema è che i quattrocento evasi, dopo una rivolta carceraria in un sobborgo meridionale di Tripoli, erano ospiti del penitenziario riservato esclusivamente ai condannati per omicidio. I detenuti, particolarmente prestanti, hanno avuto la meglio sulle guardie carcerarie. Il carcere è al centro della piazza tripolina teatro di violenti scontri tra milizie rivali. A causa di scontri ed evasione il governo di Tripoli ha dichiarato lo stato d’emergenza. La polizia libica ha riferito che “i detenuti sono riusciti a forzare le porte e andarsene… sono molto pericolosi, nel carcere c’erano esclusivamente i condannati per più omicidi”. L’evasione è avvenuta due giorni fa, mentre i combattimenti tra le milizie rivali imperversavano vicino alla prigione di Ain Zara. I detenuti di Ain Zara, questo è il nome dei carcere, sono tutti stati condannati in via definitiva, molti sono ex militari mercenari o assassini di professione. Il loro arrivo sulle coste italiane potrebbe anche sfuggire ai controlli, avrebbero già preso più imbarcazioni bastevoli a far loro raggiungere la terra ferma italiana. Rammentiamo che spesso i migranti hanno raggiunto le coste calabresi e pugliesi oltrepassando la Sicilia, quindi sfuggendo alla rete di controlli tra la grande isola e l’Italia continentale. Il Viminale avrebbe già allertato le prefetture e le questure per intercettare gli evasi, dei quali la Libia pare non abbia le caratteristiche necessarie per aiutare le indagini della polizia italiana. Secondo indiscrezioni internazionali gli evasi potrebbero aver ricevuto aiuto dai servizi segreti d’un paese europeo ostile all’Italia. In molti si chiedono se questa indiscrezione possa essere alla base dello scambio di battute tra il ministro Salvini ed il presidente francese Macron.