“Abbiamo superato le 750mila firme, la raccolta va avanti per tutto settembre e siamo fiduciosi nella possibilità di superare il milione di firme”. Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e promotore del referendum sull’eutanasia, parla di “risultato storico” con l’Adnkronos, raggiunto anche agli oltre 1300 volontari – per la stragrande maggioranza giovani – che hanno raccolto firme in tutta Italia.
Di fronte al successo della campagna referendaria però, Cappato evidenzia un’assenza: “Nessun leader di un grande partito da Meloni a Letta, da Salvini a Conte ha detto una parola. Ha parlato il Vaticano, la Cei, monsignor Paglia, Avvenire. E loro, silenzio. Come se nulla stesse accadendo”. Un silenzio motivato dalla “paura”, secondo Cappato. “Perché questo è un tema su cui sanno di non poter esercitare il potere di capobranco, la disciplina di partito, il compromesso. E’ un tema che interpella la coscienza individuale e hanno paura dei loro elettori, dei loro dirigenti e loro parlamentari”.
“E quindi rimuovono il problema, facendo come se non ci fossero quelle centinaia di banchetti di raccolta firme in tutta Italia. Sono stati molto attenti che non si aprisse nemmeno la discussione in Parlamento. Sapevano che l’unico modo per evitare i problemi era la rimozione totale e questo è molto grave. Io non pretendo che il Parlamento ci dia ragione ma che almeno avesse ascoltato il parere della Corte costituzionale che da tre anni chiede di colmare il vuoto normativo che c’è”.
“Le firme credo che verranno depositate ai primi di ottobre – continua Cappato – le 500mila firme cartacee necessarie sono state raggiunte. Ora senza l’assillo della raccolta, potremo impiegare il mese di settembre anche per una campagna di informazione in modo che i punti di raccolta diventino anche luoghi di conoscenza sul tema del fine vita in generale L’occasione insomma per una presenza di qualità per poter dialogare su questi temi, ovviamente anche con chi la pensa diversamente”.
Una sorpresa di queste settimane, aggiunge Cappato, è stata la partecipazione dei giovani: “Sono moltissimi, molti di più di quello che potevamo immaginare visto che le nuove generazioni sono un po’ distanti da tutto quello che somiglia alla politica ed è una situazione grave questa per la democrazia”.
“Però evidentemente sui temi che hanno una loro concretezza, i giovani partecipano. A prescindere dalla nostra campagna, la passione si può ritrovare anche con posizioni diverse dalla nostra e questo è un grande segnale di speranza”.