“Un passo alla volta”, dice la senatrice del Pd Monica Cirinnà. Certo è che, dopo l’apertura di Enrico Letta, per il Ddl Zan sono davvero ore decisive. Il segretario del Pd ha rimescolato le carte, tirando fuori dal mazzo l”asso’ della nomina dell’autore del Ddl sull’omotransfobia a mediatore per la ricerca di una via che porti all’approvazione della legge.
Nel palazzo, e in particolare al Senato, sono partite le trattative febbrili. Ma anche i grandi sospetti e le accuse incrociate. “Adesso si arriva a fare quello che avevamo detto noi”, dice il presidente di Iv Ettore Rosato. “Italia viva ha problemi di coerenza”, fa eco la Cirinnà. Il tutto mentre il senatore della Lega Andrea Ostellari annuncia: “Il Ddl Zan ha bisogno di modifiche migliorative, chiedo la convocazione del tavolo con i capigruppo già a partire da domani”. E, ancora nel Pd, è il vice capogruppo Franco Mirabelli a dare la linea: “Modifiche non sostanziali sì, stravolgimenti no”. Mentre i parlamentari del M5s mettono in guardia: “Nessuna mediazione al ribasso”.
Una discussione molto accesa, tanto che un esponente di lungo corso del centrosinistra scuote la testa: “Così non si va da nessuna parte. E la legge rischia di venire affossata”. In questo contesto il Ddl si appresta ad affrontare il primo vero scoglio, mercoledì a palazzo Madama: l’aula dovrà esprimersi sulle due richieste di Lega e FdI di non affrontare l’esame degli articoli. Un voto segreto, un passaggio fondamentale per il provvedimento.
“Chi voterà a favore del non passaggio agli articoli vuole affossare la legge. Chi vuole approvarla, magari con modifiche, voterà contro la richiesta della destra”, chiarisce Mirabelli. Per il centrosinistra, si tratta di un passaggio chiave: “Iniziamo a portare a casa quello, poi eventualmente si discute del resto”, sottolineano fonti di palazzo Madama. E’ un voto ‘in o out’, dagli effetti molteplici. Può sbarrare le porte dell’aula (e far ‘morire’) il Ddl Zan o metterlo sul treno che porta all’approvazione. Ma può anche dire definitivamente chi è pro o contro il provvedimento e dare un importante segnale politico.
Ancora, al Senato, viene spiegato: “La proposta Lega-Iv non interessa a nessuno. La Lega e anche FdI quel testo non lo vogliono. Se poi cambiano idea, più siamo e meglio stiamo”. La Cirinnà lo dice apertamente: “Se qualcuno vorrà dialogare dovrà tornare a quello che ha fatto alla Camera”. Si tratta, in sostanza, di un appello a Forza Italia e Italia viva e alle posizioni emerse già a Montecitorio. Si tratta della ‘maggioranza Ursula’, che potrebbe battere un colpo in questo finale di legislatura che porta all’elezione del nuovo capo dello Stato. “Con tutto quello che comporta in casa del centrodestra”, sottolinea ancora un senatore del Pd di lungo corso.
Ancora la Cirinnà aggiunge: “Gli emendamenti di Forza Italia possono essere guardati con attenzione. In particolare quelli della Bernini, che votò a favore della legge sulle unioni civili…”. Ad una soluzione, comunque, proverà a lavorare la delegazione dem guidata da Zan che in queste ore avrà una serie di incontri con le altre forze politiche a partire da quella di maggioranza. In parallelo, poi, potrebbe lavorare il “tavolo politico per il Ddl Zan” con i capigruppo che, ha annunciato Italia viva, si riunirà domani alle 17. Prima, però, c’è da rispondere all”appello’ di mercoledì sul futuro del provvedimento in Senato.