(Adnkronos) – La Festa della Liberazione tiene banco su web e social, ma per il momento ne parla soprattutto chi segue in maniera più assidua la politica. È quanto emerge da una ricerca di SocialCom, che ha analizzato per Adnkronos le conversazioni in rete dell’ultima settimana relativamente alla ricorrenza del 25 Aprile. Nel periodo oggetto dell’analisi (18-24 aprile) si registrano 125K mentions (conversazioni su pagine pubbliche che menzionano le keywords di ricerca), che hanno generato circa mezzo milione di interazioni (468K tra reazioni, commenti e condivisioni).
Le conversazioni sulla ricorrenza si sviluppano soprattutto su Facebook (70%), mentre il sentiment positivo sulla Liberazione è intorno al 69%. Le conversazioni con sentiment negativo (27%), invece, non si riferiscono alla ricorrenza in sé, quanto piuttosto alle divisioni emerse nell’ultima settimana tra utenti di diverso orientamento politico. Il tema appassiona soprattutto la fascia di pubblico adulta, compresa tra i 35 e i 64 anni. L’attenzione sul tema ha subito un incremento solamente nelle ultime ore e rimane comunque circoscritta a una fascia di utenti che segue prevalentemente temi politici. Le conversazioni sul 25 Aprile che producono più interazioni, infatti, sono quelle che si sviluppano sui profili/pagine dei decisori (parlamentari, esponenti di governo, presidenti di Regione) e sulle Community social politiche (Community unofficial a sostegno di leader e partiti).
SocialCom ha messo poi a confronto il numero di interazioni prodotto dai temi più trend di questa settimana. Nel dettaglio, è stato ChatGpt l’argomento più coinvolgente (4,6M di interazioni), seguito dalle conversazioni sul Napoli (3,6M), la serie tv Neftlix “Cleopatra” (772K) e la vicenda dell’orso JJ4 (695K). “In rete – spiega Luca Ferlaino, founder di SocialCom – c’è grande consapevolezza sui valori che il 25 Aprile rappresenta, ma al tempo stesso c’è una sorta di stanchezza verso le innumerevoli polemiche che ogni anno puntualmente si ripresentano tra gli esponenti dei vari partiti. Forse è anche per questo che il pubblico generalista non ha voglia di entrare nel dibattito, lasciando le polemiche a chi è fondamentalmente già schierato”.