(Adnkronos) – “Una deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli (dunque stiamo parlando di istituzioni), la quale evidentemente pretendeva che dicessi quello che voleva lei, ha cominciato ad aggredirmi verbalmente con una furia e una violenza verbale abbastanza sconcertanti: ‘vergogna! vergogna!’ A quel punto, pieno di imbarazzo per lei, sono sceso da un palco dove tra un po’ dovevo evitare che la deputata mi si scagliasse addosso”. Così il direttore del Salone del Libro, Nicola Lagioia, a proposito delle contestazioni alla ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, all’Arena Piemonte, dove le è stato impedito di intervenire da un gruppo di manifestanti.
“Provo a raccontarvelo con tutti gli elementi del caso – scrive Lagioia nel post – La Regione Piemonte ha uno spazio, al Salone, dove gestisce la propria programmazione in autonomia. In questo spazio la Regione ha invitato a presentare il suo libro la ministra per la famiglia Eugenia Maria Roccella. Davanti allo stand della Regione è allora cominciata una contestazione alla ministra. Sono stato chiamato a intervenire sul palco. Me lo hanno chiesto alcuni funzionari della Regione”.
“Quello che ho detto è molto semplice – continua – ho detto che in democrazia le contestazioni sono legittime purché non violente. E ho poi invitato chi contestava a dialogare con il ministro, muovendole in modo anche duro critiche a cui avrebbe potuto rispondere. Il gioco democratico tra cittadini e potere è fatto anche di dure critiche. Mi sembrava che i contestatori non accettassero questo tipo di invito (anche qui: chi contesta, purché in modo non violento, decide come contestare)”, conclude Lagioia con un nota bene: “Leggo dai giornali on line di essere stato attaccato anche dalla ministra, oltre che dalla deputata di Fratelli d’Italia”.
“Capisco che Lagioia sia uno scrittore, ma costruire una narrazione fantasy sulla realtà mi sembra un po’ eccessivo – ha detto Roccella – Di fronte a un’aggressione subita e al mio invito al dialogo rivolto ai contestatori, il direttore del Salone non solo non trova il modo di dire che è poco democratico impedire agli altri di parlare, ma addirittura attacca coloro ai quali è stato impedito di esprimersi. No comment”.
Montaruli da parte sua ha affermato che “il direttore Lagioia è andato via balbettando senza permettere a un ministro di parlare e questo è vergognoso ed è ammazzare il pluralismo di cui il Salone è regno”.
Le reazioni si susseguono. “L’onorevole Montaruli oggi al Salone del Libro ha dato un’ennesima dimostrazione di come interpreta il suo ruolo istituzionale, di cosa intenda per confronto e soprattutto a quale livello. In attesa dei temibilissimi rulli di tamburi, che consigliamo di riporre, ora seriamente, chieda scusa”, scrive su Twitter la vicepresidente del Senato ed esponente Pd, Anna Rossomando.
“La protesta non violenta è sempre legittima. Giustamente Nicola Lagioia è intervenuto per garantire alla Ministra il suo diritto di parola, ma vedere una parlamentare come Augusta Montaruli inveire violentemente contro il Direttore di #SalTo23 è grave e inaccettabile. Chieda scusa”, il tweet dell’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, parlamentare M5S.