(Adnkronos) –
Negli ultimi tre anni la Lombardia è la prima per numero di casi segnalati di infezioni da meningococco tra tutte le regioni italiane, anche se, come a livello nazionale, negli ultimi anni si è assistito a una diminuzione. Si è, infatti, passati da 38 casi nel 2019, a 17 nel 2020 e a 8 nel 2021, e anche in questo caso il sierotipo prevalente è risultato quello B, molto pericoloso nei bambini. Dell’importanza della prevenzione tramite la vaccinazione si è parlato in occasione dell’incontro “Pre-Occupiamoci della meningite: agire oggi per proteggere il domani. Storie che aiutano a scegliere”, aperto al pubblico, oggi a Milano presso la Sala Medicinema dell’ospedale Niguarda di Milano e promosso da Adnkronos Comunicazione, con il supporto non condizionante di Gsk.
“Informare e dialogare con le famiglie e con i ragazzi adolescenti è un aspetto essenziale per accrescere l’adesione dei cittadini all’offerta vaccinale prevista dal Ssn e dalla Regione Lombardia – dichiara Piercarlo Salari, pediatra di famiglia -. I pediatri sono capillari sul territorio e danno informazioni fondamentali per la cultura della prevenzione. È, quindi, anche compito nostro sensibilizzare e sostenere verso una scelta consapevole i genitori indecisi, così come sarebbe auspicabile portare questo tema anche a scuola, informando direttamente gli adolescenti, attraverso uno stile di comunicazione consono, alla loro portata. L’importante è confrontarsi con esperti, evitando di lasciare che genitori e ragazzi si facciano persuadere da notizie non veritiere, tratte da fonti non autorevoli”.
A livello nazionale la copertura vaccinale nel 2021 è stata dell’80% per il vaccino contro il sierogruppo B, del 73% contro il sierogruppo C, e del 54% per i vaccini contro i sierogruppi A, C, W, Y. Percentuali maggiori a quelle registrate nel 2020, in particolare per il vaccino contro il sierogruppo B che si era attestato al 66%.
“La Lombardia è la regione italiana con la copertura vaccinale più alta – afferma Catia Rosanna Borriello, responsabile della Struttura malattie infettive, vaccinazioni e Performance di prevenzione della direzione generale Welfare della Regione Lombardia -. Per quanto riguarda quella anti-meningococcica contro il sierogruppo C (che prevede la somministrazione di una sola dose) nei bambini fino a 2 anni c’è una copertura del 94%, un po’ più bassa negli adolescenti (88%). Per quella contro il sierogruppo B, che stiamo offrendo dal 2017 a tutti i neonati di 2 mesi e ai pazienti cronici a rischio, nel 2020 abbiamo raggiunto una copertura del 93,5% per il ciclo completo (3 dosi). Il motivo di una adesione così importante deriva da due fattori. In primo luogo, la meningite è una malattia che, data la sua gravità, fa paura. Poi, perché, dal momento che non è ‘obbligatoria’, è meglio accettata. I genitori, infatti, sono più disposti a informarsi sui benefici derivanti da questa protezione”.
“Riguardo la vaccinazione anti-meningococcica – continua Borriello – soprattutto per i neonati, la pandemia da Covid 19 non ha causato un calo delle coperture. Diverso è il caso degli adolescenti, dove, invece, si è registrata una diminuzione. E questo per due motivi: il primo è che con la limitazione degli accessi ai centri vaccinali abbiamo dovuto dare priorità ai neonati, ai soggetti a rischio e alle donne gravide, poi, perché nella fascia di età adolescenziale si è verificato un fenomeno cosiddetto da ‘stanchezza vaccinale’. Per questo motivo è nostro compito aiutare a riportare la copertura vaccinale degli adolescenti al periodo pre-pandemia, oltre che a raggiungere con informazioni mirate i pazienti cronici, per i quali sarebbe importantissimo avere una protezione contro la meningite, ma che per problemi legati alla privacy abbiamo difficoltà a contattare con messaggi diretti”.
“La corretta informazione è la cosa più importante. Specie per raggiungere chi continua ad avere dubbi, ai quali manca spesso quel dato in più per affrontare i propri timori”, sostiene l’avvocato Amelia Vitiello, presidente del Comitato nazionale contro la meningite, fondato dopo aver perso la prima figlia di 18 mesi. “Quando racconto la mia storia a un’altra mamma o papà, dico che oggi non ci penserei due volte. Il Comitato è nato nel 2007, per evitare che altri genitori vivessero la nostra drammatica esperienza, e per sensibilizzare le famiglie in merito alla prevenzione. D’altronde c’è ancora molta confusione tra vaccini obbligatori e raccomandati, ritenendo questi ultimi non indispensabili, dato che parliamo di incidenza rara della malattia. Ma non conta tanto il numero dei casi, quanto la loro gravità e la rilevanza sulla qualità della vita in caso di sopravvivenza. Vaccinarsi è un diritto-dovere per chi si protegge e per le fasce più fragili, poiché si aumenta l’immunità collettiva. Vaccinarsi è un atto per sé e per gli altri. Quindi – è l’appello – i genitori scelgano l’opportunità che offre questo strumento di prevenzione”.