Affido condiviso, la maggioranza rema contro il ddl: ’’Va rivisto

    Si torna a parlare di affidamento condiviso. Giorni tesi per il Governo, che sta lavorando sulla manovra economica e che ora rischia di dover affrontare nuove tensioni anche per quanto riguarda il cosiddetto disegno di legge Pillon, dal nome dello stesso senatore leghista che l’ha proposto. Il testo, che è attualmente in fase redigente al Senato e dovrebbe quindi essere destinato ad approdare blindato in aula, rischia di non superare la prova dei voti. È la stessa maggioranza di Governo infatti ad essersi schierata contro. ?Il Movimento 5 stelle, ma anche le associazioni familiari da cui proviene il senatore leghista, rinforzano il coro dell’opposizione, coesa da destra a sinistra contro la proposta di legge. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio pentastellato, con delega alle Pari opportunità e politiche giovanili, Vincenzo Spadafora, a margine della presentazione del Dossier di Terre des Hommes sulla violenza sui minori nel 2017 ha bocciato il disegno di legge.
    “Sono in aumento – ha dichiarato Spadafora – i reati e le violenze sui bambini e sulle bambine. Nei casi di maltrattamento in famiglia il decreto Pillon non aiuta: dobbiamo rivedere assolutamente quella proposta, mettere al centro l’interesse dei bambini”. Alle parole di Spadafora si accompagna la bocciatura del Forum delle Associazioni familiari, che vedono nella proposta una minaccia “gender”, l’annullamento delle differenze ontologiche tra padre e madre con l’introduzione della “bigenitorialità perfetta” (che vuol dire stesso tempo di frequentazione del figlio tra padre e madre), e l’innesto di una spirale di insicurezza economica in cui verrebbero gettati i soggetti più deboli, madre e bambini, con il rischio di scoraggiare i matrimoni. Il decreto prevede infatti l’eliminazione dell’assegno di mantenimento dei figli e della casa familiare, di cui il coniuge poteva disporre gratis anche senza esserne proprietario, e la mediazione familiare a pagamento obbligatoria. In più Pillon, mediatore familiare, è accusato di conflitto di interessi. ?A riecheggiare le parole del viceministro grillino Spadafora ci ha pensato poi l’opposizione. “Anche il sottosegretario Spadafora – spiega Andrea Catizone,  responsabile delle Pari opportunità del Pd – si è accorto che il Ddl Pillon crea solo danni. Questo governo guarda sempre più spesso a  soluzioni paternalistiche che rinnegano diritti acquisiti dopo anni di battaglie e sofferenze”. La senatrice Monica Cirinnà, firmataria della legge per le unioni civili, rincara la dose: “Il decreto Pillon è un testo oscurantista ispirato ad una visione ideologica e patriarcale della famiglia. E’ quindi quanto mai urgente che la commissione Giustizia interrompa l’iter del provvedimento per evitare di proseguire su una strada sbagliata”. 
    Appoggio alle parole di Spadafora arriva anche dagli scranni di Forza Italia. Mara Carfagna, vice presidente della Camera, ha commentato: “E’ un sollievo che il Governo, attraverso le parole di Spadafora, abbia annunciato uno stop al ddl Pillon ora in discussione alla commissione giustizia al Senato. La bigenitorialità è un valore importante, ma l’interesse delle bambine e dei bambini è un principio protetto dalla Costituzione che non può passare in secondo piano. Quando una riforma di questa rilevanza sociale raccoglie critiche allarmate da giuristi e pedagoghi, da cattolici e laici, è saggio modificarla”.
    La stroncatura alla proposta Pillon arriva anche dai magistrati di Area Democratica, che parlano di un disegno di legge “pervaso da una logica adulto-centrica che danneggia il minore e il coniuge economicamente più debole”. Secondo l’associazione delle toghe progressiste, infatti, “ogni intervento appare diretto a privilegiare le esigenze degli adulti invece che quelle dei minori”. 
    Dal suo profilo facebook il senatore leghista Pillon non risponde alle critiche del vicesegratario Spadafora, ma rivendica il valore della legge: “Dopo la tempesta degli attacchi ad personam, pian piano si entra nel merito del testo, e si scopre che è normale buon senso”.