Algeria manifestazione pro libertà di stampa

    Algeria manifestazione pro libertà di stampa diventa occasione di un nuovo caos sociale e giurisprudenziale. Manifestano per libertà di stampa, e i giornalisti vengono arrestati. In Algeria la situazione sembra essere decisamente sfuggita di mano dopo che una manifestazione in favore della libertà di stampa si è trasformata, degenerando evidentemente, in un corposo arresto nei confronti dei giornalisti che protestavano, contestavano e inscenavano un sit-in proprio per sottolineare apertamente la situazione che in Algeria si respira in merito alla libertà di espressione.
    Decine in manette, dunque in Algeria e solo perchè denunciavano la censura. Sono una decina i giornalisti arrestati infatti a seguito di una manifestazione che si è tenuta oggi ad Algeri, capitale della Algeria appunto, e nella quale un centinaio di operatori dell’informazione hanno sostenuto la necessità di di tutelare libertà di espressione e diritto di cronaca. La notizia è stata diffusa da fonti concordanti, tra le quali il sito ‘Africa News’. Questa manifestazione, che era stata organizzata all’interno di un più vasto percorso di contestazioni e di ampie mobilitazioni contro un possibile quinto mandato del presidente Abdelaziz Bouteflika, che si trova ormai al potere dal 1999, ha finito per diventare un cappio sul capo dei giornalisti finiti in manette. La protesta era in particolare rivolta contro la direzione dei media di Stato, accusati di censurare la copertura delle mobilitazioni.
    Dopo il sit-in, dunque, sarebbero circa una dozzina di giornalisti algerini che partecipando a un corteo nel centro di Algeri sono stati arrestati dalla polizia scatenando ira, contestazione e rammarico un po’ a tutte le latitudini.
    Si trattava di una protesta peraltro ben nota. Un centinaio di giornalisti dei media algerini, sia della stampa cartacea che delle radio e delle tv, pubbliche e private, si erano ritrovati giovedì 28 febbraio 2019 per appunto a “Piazza della Libertà di stampa”, nella capitale algerina, per porre l’accento sulla necessità di denunciare le pressioni subite nell’ambito della propria professione, a causa delle limitazioni alla copertura dell’attuale movimento di contestazione in Algeria. Imposte secondo loro “dalla gerarchia”.