ARICCIA, “SI A PROPOSTA MODIFICA ACCORDO ANCI-CONAI”

    Ariccia aderisce alla proposta, lanciata dall’Associazione dei Comuni Virtuosi, di modificare lo svantaggioso rapporto che ad oggi esiste tra Comuni e Conai, consorzio che rappresenta tutti i consorzi di filiera degli imballaggi.  “Da uno studio della soc. Esper – afferma l’Assessore all’Ambiente Fabrizio Profico – emergono dati di quanto la raccolta differenziata non porti benefici alle casse dei Comuni virtuosi che raggiungono e/o superano il 65% di differenziata. Questo ci spinge a sostenere l’inversione di rotta che questo nuovo accordo Anci-Conai si prefigge. È indispensabile che la raccolta differenziata diventi economicamente vantaggiosa per le famiglie ed i Comuni. La nostra Amministrazione comunale si sta inoltre orientando verso la tariffa puntuale che va a premiare con sconti in bolletta chi produce meno rifiuto, pagando in base a quanto conferisce. L’obiettivo è Rifiuti Zero per Ariccia, da raggiungere con la piena partecipazione della cittadinanza che per questo impegno premieremo con bollette più leggere”. Questi i dati che hanno permesso al comune di scegliere la strada della modifica: dall’ultimo dato disponibile riferito al 2011 si evince che i comuni avrebbero beneficiato di circa 297 milioni al lordo dei costi di preselezione (si stima che al netto di tali costi rimanga circa la metà ai comuni) a fronte del ricavo totale annuale del sistema Conai di 819 milioni di euro e che i corrispettivi che i Comuni ricevono dal Conai coprono solamente un terzo dei costi dei servizi di raccolta (nel 2011, in media, solo un terzo dei costi delle raccolte era sostenuto dai corrispettivi Conai per un campione in cui veniva raggiunto il 35% di RD mentre nei Comuni dove si raggiunge il 65% di RD il tasso di copertura dei costi è pari al 20% circa). Emblematico è il confronto con l’Europa. Se infatti in Italia per ogni tonnellata di carta conferita il Conai paga al Comune 42 €, in Francia lo stesso Comune ottiene 179 €, in Belgio 108 €, in Portogallo 135 €. Ciò che emerge da questa ricerca è, in conclusione, che solamente allineando i contributi nazionali rispetto a quelli degli altri paesi europei sarà possibile sostenere una gestione efficiente e sostenibile di questi servizi anche in Italia. Se si aumentano le quote di riciclo e si crea un mercato per le materie prime seconde si apriranno importanti prospettive occupazionali. Si calcola che una raccolta differenziata efficiente e diffusa in Italia potrebbe generare almeno 200.000 nuovi posti di lavoro distribuiti capillarmente in tutto il Paese. “A fronte di tutto ciò, si legge nel comunicato diffuso dal comune dei castelli romani,  al Governo si chiede di assumere le decisioni necessarie a modificare radicalmente una situazione che, oltre a rivelarsi insostenibile per gli enti locali, mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi comunitari di uso efficiente delle risorse e la conseguente creazione di un indotto occupazionale del riciclo che il momento di profonda crisi economica richiede.”