Aung San Suu Kyi, Birmania: dialogo e riconciliazione


    Madre Suu

    “Vorrei invitarvi a discutere la prossima settimana di riconciliazione”, così Aung San Suu Kyi, leader della Lega nazionale per la democrazia in Mynmar si è rivolta al capo dell’esercito Min Aung Hlaing, al presidente Thein Sein e al leader del Parlamento Shwe Mann. La donna, nota anche per essere stata insignita del premio Nobel per la Pace nel 1991, è recentemente stata protagonista e vincitrice delle elezioni nel suo Paese raggiungendo valori sorprendenti: ha infatti ottenuto il 90% dei seggi. Si può parlare di una vera e propria svolta storica poiché in tal modo è stata sancita la fine del regime militare in favore del governo democratico in Mynmar. Il premio Nobel, in una lettera indirizzata ai tre dirigenti birmani ha espresso il suo desiderio di comunicare sul tema della riconciliazione in un Paese che ha una particolare storia alle spalle. Attualmente, la difficoltà della neoeletta sta proprio nel dialogo con i militari, presenza non di poco conto nel Paese. L’approccio che ha deciso di adottare Madre Suu è proprio quello della comunicazione verbale e del rispetto, per non creare delle ostilità all’interno del suo governo e tra la popolazione. La personalità di Aung San Suu Kyi infatti, è stata sempre al centro di discussioni in Birmania, in particolare per i suoi principi democratici e non violenti. E’ sempre stata molto attiva nell’ambito della difesa dei diritti umani in un contesto nazionale caratterizzato dalla dittatura del regime militare che si protrasse dalla fine degli anni ’80 fino al 1990. In quell’anno si tennero le elezioni e a vincere fu proprio la Lega nazionale per la democrazia, fondata da Madre Suu stessa anni prima. Malgrado ciò i militari, attraverso un colpo di stato, ripresero forzatamente il potere e la donna fu imprigionata tanto da non potersi recare alla cerimonia di consegna del suo premio Nobel, avvenuta nel 1991, che ritirò solo dopo aver riacquistato la libertà, nel 2010. Nel periodo di prigionia e di libertà limitata della leader politica, numerosi sono stati gli interventi di Usa ed Unione europea per fare pressione sul governo militare. Il sostegno nei confronti di tale personalità fu evidente anche in ambito musicale. In particolare, gli U2 hanno composto, ispirandosi alla donna, la canzone “Walk on” proprio per supportarla nel suo attivismo umanitario e nel difendere le sue idee con ogni forza. I R.E.M. invece le hanno dedicato, in un concerto, la canzone “Find the river” e in ambito cinematografico il regista francese Luc Besson si è occupato di dirigere un film incentrato sulla sua vita: The Lady. E’ chiaro come la donna sia ampiamente sostenuta dai Paesi democratici e allo stesso tempo si trovi a contatto con una Costituzione rigida e un’opposizione tenace nella sua nazione: l’intenzione della neoeletta è dunque quella di iniziare a lavorare per spingere il Mynmar verso la comunicazione, la libertà e la democrazia.