“I dati forniti da Banca Ifis confermano che il mercato dei crediti deteriorati avrà sempre più bisogno di player specializzati in grado di gestire in modo professionale e attivo ogni singola posizione”. Lo dice, all’Adnkronos, il ceo di Héra Holding, Oscar Pittini, nel commentare la situazione del mercato degli Npl sui quali, tra i report recenti, si era focalizzato l’ultimo Market Watch Npl, presentato nei giorni scorsi a Cernobbio.
Secondo il report, ricorda Pittini, “nel 2022 è previsto che lo stock di Utp (in aumento tra i 50 e i 100 mld di euro) superi quello degli Npl e che il tasso di deterioramento dei crediti appartenenti al segmento imprese avrà un aumento più sensibile rispetto alla clientela famiglie. In crescita a 11 miliardi di euro anche le operazioni su portafogli Utp mentre sono di 20 miliardi le transazioni stimate per questa asset class tra il 2022 e il 2023”.
“I crediti Utp sono crediti ancora vivi – spiega quindi Pittini – che quasi sempre nascondono dietro un imprenditore, un cantiere fermo, un’impresa che hanno solo bisogno di aiuto, in tempi brevi, per superare delle criticità. I numeri emersi dall’ultimo Market Watch Npl devo farci riflettere. Gli Utp aumenteranno in modo consistente così come le cessioni di questi crediti che riguarderanno soprattutto le imprese. Questa tipologia di credito – dice ancora il ceo di Héra Holding – non può essere trattata e lavorata in modo industriale come è avvenuto per le passate grandi cessioni di crediti Npl Unsecured”.
Già in passato, dice ancora Pittini, è “emerso che l’obiettivo comune deve essere tenere vive le imprese e riportarle ad essere performing. È evidente l’esigenza di creare partnership tra gli operatori del settore. Se da un lato è importante identificare subito i primi segnali di crisi, dall’altro c’è la necessità non solo di avere una sempre maggiore specializzazione dei player ma è anche necessaria la creazione di sinergie fra gli operatori per poter riportare in vita e valorizzare correttamente ogni singolo progetto che si è fermato”, fa notare ancora Pittini.
“La Bce è stata chiara sulla gestione degli Utp, invitando le banche ad agire in modo tempestivo ed adeguato per evitare che gli incagli addormentati diventino Npl”.
“Laddove poi dietro al credito ci sia un progetto di sviluppo immobiliare, c’è margine per intervenire e recuperare valore in favore dell’asset”, ricorda il ceo dell’azienda che da sempre svolge attività di advisor tecnico a fianco dell’imprenditore. “Su iniziativa dei loro creditori, le società di sviluppo immobiliare – dice – trovano in noi un partner competente e affidabile con il quale condividere un obiettivo: completare un’iniziativa, valorizzandola, con il fine di creare un valore aggiunto anche per il territorio”, dice ancora.
“Senza trascurare un fattore importante – conclude Pittini – e cioè che tenere vive le imprese attraverso la gestione proattiva di questi crediti può rappresentare un fattore determinante anche per la ripresa economica. Far ripartire un asset real estate significa movimentare un indotto importante con ricadute sociali ed economiche rilevanti sicuramente positive”.