Bolsonaro caccia ministro: via per incapacità

    Il presidente del Brasile Bolsonaro ha licenziato un suo ministro per incapacità. Questo il motivo della decisione che ha portato a sollevare dall’incarico Ricardo Vélez, ministro dell’istruzione, e Jair Bolsonaro non ha certo fatto alcun giro di parole. “È una persona onesta, ma incapace” ha detto il presidente brasiliano sul suo ministro, che negli ultimi tempi era finito nell’occhio del ciclone per alcuni annunci e scelte che avevano fatto scaturire un mare di polemiche. La defezione di Vélez, colombiano naturalizzato brasiliano, è la seconda nell’esecutivo di Bolsonaro nei primi tre mesi: a febbraio stessa sorte era toccata a Gustavo Bebbiano, coordinatore dell’attività dei ministri.
     

    Bolsonaro caccia ministro: il retroscena

    Con una bella frecciata quindi Bolsonaro si libera del suo ministro dell’Istruzione, Vélez, che aveva ricevuto un cospicuo budget per operare una riforma radicale del sistema scolastico e culturale in Brasile. In particolare, le priorità del governo erano quella di spendere per riorganizzare la rete scolastica, rinnovare gli istituti in pessime condizioni ma anche un proposito più ideologico, come revisionare il sistema e la storia brasiliana che secondo l’estrema destra ha subito l’influenza dei valori socialisti. Nel compiere il suo lavoro in questo senso, Vélez aveva quindi iniziato a far circolare lettere che avevano destato lo scalpore collettivo: si passa dall’obbligatorietà dell’inno in classe e l’alzabandiera (con video documentazione per attestare che venisse effettivamente fatto) fino alle sue controverse dichiarazioni, in cui il ministro ha negato il golpe militare del 1964 e la volontà di modificare i libri di storia per rimuovere le ideologie “di sinistra”. Il suo operato aveva portato un discreto trambusto nel sistema scolastico, al punto che sono stati formalizzati anche diversi
    licenziamenti nel settore scolastico e fra i suoi collaboratori, anche con poche o nulle motivazioni, magari per semplici punti di vista differenti.
    Andava per la sua strada Vélez, forte della copertura di Bolsonaro che però ha smesso di sostenerlo. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata la sua dichiarazione sul Colpo di Stato del 1964: “La storia brasiliana dimostra che il 31 marzo del 1964 fu una decisione sovrana della società brasiliana” aveva detto l’ex ministro, scatenando l’indignazione persino nel settore militare.