Brexit la May pensa al rinvio

    Decisione a sorpresa da parte di Theresa May che offre al Parlamento britannico l’opzione di rinviare la Brexit. Un passo indietro? Una strada da exit strategy dalla exit della Brexit? Al di là dei giochi di parole e delle ipotesi variegate che si possono fare a corollario della scelta della May prese oltremanica, quella che la premier britannica Theresa May sembra aver preso appare sostanzialmente come una inattesa scelta temporeggiante. La premier britannica Theresa May in effetti ha bisogno di porre un freno alla dilagante rivolta in atto in seno al suo governo. E dunque la decisione di optare per un rinvio della Brexit per la May può essere la soluzione tampone. Decisiva la seconda settimana di marzo: e il temuto No Deal ora è molto meno ipotizzabile.
    Dunque Theresa May tenta di placcare e placare la ribellione all’interno del suo partito e propone quello che probabilmente suona anche un po’ come un passo indietro: e vale a dire suggerisce al Parlamento la scelta di decidere sull’ipotesi di un “no deal” e su un rinvio della Brexit, sferrando così un duro colpo al tema del “No Deal” stesso. Con un rapido intervento alla Camera dei Comuni, la premier inglese May infatti ha annunciato che, allorquando la Camera dei Comuni non varasse precedentemente il suo piano, farà votare il Parlamento sul “no deal”, cioè sull’uscita senza accordo dall’Ue, e solo in seguito, laddove la mozione cadesse in aula, di poter mettere ai voti un “breve rinvio” dell’uscita dall’Ue. Si potrebbe così arrivare a un’estensione della scadenza prevista il 29 marzo. Decisivi saranno i giorni 12, 13 e 14 marzo, quando si concentreranno tutte queste votazioni in poche ore.
    La strategia della premier May giunge come noto in seguito al pressing dell’ala moderata del suo partito conservatore. Le fuoriuscite dei giorni scorsi erano state un segnale forte, del resto e, se non altro, è presumibile immagine che allo stato attuale delle cose, venga approvato un rinvio della scadenza del 29 marzo, oltre la quale c’è il No Deal, cioè il tonfo di un’uscita dall’Ue senza accordo che secondo gli analisti potrebbe avere conseguenze drammatiche per l’economia britannica ed europea.