Brunei reintroduce la pena di morte: lapidazione per i gay

    Umanamente ci troviamo a ritroso nel tempo, in una dimensione tribale dove, non solo l’espiazione viene disciplinata da una rigida cultura retrograda, ma aggravata dall’inumana applicazione della sofferenza fisica. 
    Intendiamoci, non ci riferiamo all’aspetto religioso della questione, ma alla volontà umana di applicarla secondo dettami pratici oggi storicamente insostenibili.
    Nella fattispecie, nello stato del Brunei l’omosessualità è considerata un reato, e dunque per questo passibile di arresto e relativa condanna. Mentre un tempo la legge prevede per i trasgressori una pena fino a 10 anni di carcere, negli ultimi 5 anni qualcosa è andato cambiando, ma ’in peggio’.

    La condanna dell’occidente guidata da Clooney

    A contribuire notevolmente a questa rapida inversione di tendenza, l’introduzione della ‘sharia’ , acclamata da gran parte della popolazione di religione musulmana del piccolo stato del Borneo, che vanta ‘appena’ 420mila residenti. 
    Anche se qui in realtà la condanna a morte non è mai stata abolita, c’è tuttavia da sottolineare che l’ultima esecuzione risale al 1957.
    Le nuove leggi sono asprissime, fino a culminare con la lapidazione a morte per i casi di adulterio e per i rapporti omosessuali fra uomini.
    Una decisione quella comunicata dal Brumei che ovviamente sollevato forti critiche e reazioni da parte del mondo ‘occidentale’, animando accesi dibattiti e trascinando nelle piazze centinaia di migliaia di persone. 
    L’attore George Clooney ad esempio è fatto promotore di una specifica campagna di boicottaggio, invitando tutti i turisti occidentali e non a non scegliere di soggiornare negli alberghi di lusso che il sultano di questo stato possiede in varie località vacanziere del mondo.
    Tanto per rendere idea di cosa stiamo parlando, basterebbe rifarsi alle atroci immagini provenienti dal sedicente califfato dell’Isis dove, attraverso diversi filmati sono state riprese le cruente sentenze di morte nei confronti dei gay i quali, legati mani e piedi, venivano poi gettati vivi dai terrazzi dei palazzi davanti alla folla festante…
    Max