BRUXELLES – FRONTEX IN AUDIZIONE DAVANTI ALLA COMMISSIONE DELL’EUROPARLAMENTO: ‘GLI ALTRI STATI NON SONO DISPONIBILI A OFFRIRE I LORO PORTI’. DAL BANGLADESH A TRIPOLI IN AEREO

    Intervenendo a Bruxelles in audizione davanti alla commissione Libe dell’Europarlamento, il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, a proposito “delle rotte migratorie dal Mediterraneo Orientale al Mediterraneo Centrale – ha affermato – non c’è alcuno slittamento” in quanto, se nel caso dell’Egeo erano i siriani la nazionalità dominante, “dalla Libia partono per lo più cittadini di Paesi dell’Africa subsahariana o dell’Africa Occidentale, come Senegal e Gambia. E, sorprendentemente, ci sono molti cittadini del Bangladesh che arrivano per via aerea e raggiungono Tripoli”. Poi Leggeri ha dato una ‘lettura più ampia’ della questione: “Non abbiamo la missione di risolvere problemi politici. Questo gruppo di lavoro ha l’obiettivo, per il mese di settembre, di potere condividere un progetto con gli Stati membri partecipanti. Dunque, in un primo tempo, senza ritardi, l’Italia e Frontex lavoreranno su miglioramenti e adattamenti dei piani operativi di Triton. In settembre spero che avremo delle cose da presentare agli altri Stati membri dell’Ue e di Schengen, per vedere la loro reazione e vedere se sono d’accordo a partecipare a Triton, che avrà un nuovo piano operativo, o un piano operativo migliorato o emendato”. Del resto, quello degli sbarchi in altri porti del Mediterraneo, “è una questione complessa per tutta una serie di motivi politici, prima di tutto, e Frontex non deve risolvere questioni politiche. Ci sono anche ragioni operative e giuridiche delle quali bisogna tenere conto. Frontex terrà conto delle questione giuridiche e operative: l’agenzia non ha la missione di risolvere problemi e questioni politiche”. E come tiene a ribadire ancora il direttore esecutivo di Frontex, “un piano operativo deve essere condiviso tra lo Stato ospite, e attualmente l’Italia è lo Stato ospite, e Frontex, ma gli Stati che partecipano all’operazione devono essere d’accordo con il piano operativo”. Va infatti sottolineato che nel corso dell’incontro di ieri a Varsavia, gli altri Paesi partecipanti all’operazione Triton non acconsentendo a rivedere (modificare, come richiesto dall’Italia) i piani operativi, così da permettere gli sbarchi in porti diversi da quelli italiani, “Le autorità italiane hanno formulato questa richiesta, ma un piano operativo per essere adottato richiede l’accordo di tutti gli Stati membri partecipanti. Non è una questione tra l’Italia e Frontex. Non ho sentito disponibilità in questo senso – denuncia quindi Leggeri – Ho sentito una richiesta italiana, ma non ho sentito degli Stati membri disponibili. Ora c’è un gruppo di lavoro che dovrà lavorare con gli esperti di Frontex e le autorità italiane per vedere come migliorare il mandato e i piani operativi di Triton. Questo gruppo di lavoro si riunirà immediatamente quest’estate”.
    M.