CAGLIARI – GENITORI IN RIVOLTA OBBLIGANO LE SUORE DI UNA MATERNA AD ISTITUIRE BAGNI SEPARATI PER DUE ORFANELLI AFRICANI REDUCI DA UN NAUFRAGIO. POI IL DIETROFRONT E SCOPPIA LA POLEMICA

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    Scampati miracolosamente al naufragio del barcone che ha invece tradito le speranze di libertà dei loro genitori, inghiottiti dalle gelide acque, nonostante la loro tenera età due bimbi africani sono stati costretti a doversi confrontare con il pessimo germe della discriminazione. Accade a Cagliari dove, terrorizzati dal contagio di chissà quali presunte malattie, i genitori di una materna privata hanno imposto alle suore di allestire una toilette distacca per i due bimbi di colore. Situazione prima acconsentita e poi contestata dalle suore, scatenando cos’ le proteste e le polemiche dei genitori ‘paganti’. A raccontare questa deprecabile vicenda (che investe i genitori e non le suore), è stato il quotidiano ’La Stampa’, in cui si legge: “Nessuno doveva saperlo perché le suore speravano che in città non scoppiasse il caso. Ma dopo due assemblee è esplosa la rivolta e due famiglie hanno deciso di trasferire i propri figli in un altro istituto”. Sui due bimbi di 9 e 11 anni, che vivono in una comunità religiosa di Cagliari, il quotidiano spiega che “il Tribunale dei Minorenni li ha affidati alle cure di due avvocati, Marina Bardanzellu e Antonella Taccori. Sono loro che hanno deciso di iscriverli alla quinta elementare della scuola parificata di via Barone Rossi gestita dalle Figlie delle Mercede. I compagni sono stati poco socievoli – ha raccontato la Taccori – Il comportamento degli altri ragazzini, evidentemente, riflette ciò che hanno sentito dire in casa dai loro genitori. La mia collega già da qualche giorno sapeva che i bambini frequentavano bagni diversi, io l’ho scoperto solo due giorni fa”. Provvidenziale le proteste di alcuni genitori, che hanno definito la situazione un “ritorno all’Apartheid”, dando spunto alle suore di fare così dietrofront. “Ora speriamo che la suola torni a essere il laboratorio dell’integrazione”, ha afferma l’avvocato al cronista. Ed ai genitori che si lamentano perché non sono stati avvisati dell’arrivo di alunni stranieri, le suore hanno giustamente risposto: “Perché avremmo dovuto chiedere il permesso per accettare questi studenti? Cosa hanno di diverso dagli altri?”.

    M.