CAGLIARI – ERMITAGE: DALLE ANTICHE CULTURE DEL CAUCASO ARRIVANO I TESORI DELL’EURASIA

     

    eurasia 8Arriva in Italia, più precisamente a Cagliari, negli ambienti di Palazzo di Città, una mostra sui tesori dell’Eurasia, direttamente dal prestigioso Ermitage. Dall’11 dicembre al 10 aprile sarà possibile ammirare una ricostruzione che porta dai popoli del Caucaso alla cultura nuragica, dal Neolitico al I millennio. Saranno esposti oltre 250 reperti di prezioso valore, concessi in via eccezionale dall’autorità competente di San Pietroburgo. I pezzi esposti saranno affiancati da un centinaio di manufatti presenti già sul territorio sardo e in arrivo da varie collezioni pubbliche italiane. La mostra, dal titolo “Eurasia, fino alle soglie della Storia. Capolavori dal Museo Ermitage e dai Muasei della Sardegna”, vede riuniti in una straordinaria collaborazione i curatori Marco Edoardo Minoja, Anna Maria Montaldo e Yuri Piotrovsky. I tre hanno realizzato una selezione di pezzi in grado di poter ricostruire l’evoluzione preistorica che ha cambiato l’Eurasia. L’intento è quello di riportare alla luce la realtà di un continente che, verso la fine dell’Età della Pietra, ha visto fiorire sul proprio territorio una vera rivoluzione culturale che, in pochi millenni, si è radicata su vasta area. Con il Neolitico si è assistito all’affermazione di un’economia di produzione, mutamenti che in poche decine di secoli sono riusciti ad annullare tradizioni già in atto da circa un milione di anni. Le popolazioni nomadi man mano diventarono stanziali, dando vita a veri e propri villaggi, e la natura incolta si trasformò in paesaggio permettendo lo sviluppo di campi da coltivare e di allevamenti animali. Anche le distanze tra i villaggi stessi iniziarono a fare meno paura grazie all’invenzione e all’uso della ruota, dei mezzi di trasporto. L’economia crebbe la propria portata, implicando scambi e nuove forme di commercio. La ricchezza comportò la diffusione delle guerre e la nuova necessità diventò la realizzazione di strumenti da combattimento e, di conseguenza, la reperibilità di materiali da costruzione. Fu da tutta questa serie di cambiamenti che, nel giro di pochi millenni, diventò indispensabile l’uso dei metalli, creando utensili e sistemi di produzione sempre più avanzati. Questo processo in divenire sarà spiegato attraverso l’esposizione di opere e manufatti che vanno dal V al I millennio a.C., e di preziosi oggetti facenti parte di corredi funebri in oro e pietre preziose, ma anche in argilla e in pietra, in bronzo e in rame. Il tutto sarà allestito in modo tale da poter fare un confronto con il materiale presente nei musei sardi e del resto d’Italia per poter capire punti d’incontro e di rottura esistenti tra le varie culture. Saranno presenti anche reperti provenienti dal complesso della tomba di Nalchik come gioielli in zanne di cinghiale, collane con incisivi di cervo, utensili in corno, braccialetti in pietra, frecce in selce. Si potranno ammirare due corredi funebri appartenenti alla cultura di Maikop caratterizzati da parure mortuarie prestigiose e di grande ricchezza, con gioielli in oro e pietre preziosissime come turchesi e cristalli. Verranno esposti i vasi campaniformi tipici della Sardegna e le figurine antropomorfe femminili, il cui scopo era quello di esaltare le parti anatomiche strettamente legate al concetto della fertilità. Due le statuette di particolare interesse: in osso, ritrovate da poco in una domus de janas di Carbonia ed esposte per la prima volta in pubblico, daranno modo di poter osservare da vicino il motivo della Dea Madre seduta con le braccia conserte, ricorrente in Europa, nel Mediterraneo e già presente anche all’Ermitage.