DOPO L’ANALISI DI FITCH CHE DECLASSA L’ITALIA NELLA FASCIA TRIPLA B, IL SOTTOSEGRETARIO BARETTA INSORGE CONTRO LE AGENZIE DI RATING PROPONENDO L’ISTITUZIONE DI UNA EUROPEA

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    ’’Quanto fa Fitch non è una novità, mi sembra che abbia la propensione a declassare il nostro Paese, una sorta di preconcetto che si ripete periodicamente’’. Francamente, i rapporti e i dossier vari che puntualmente caratterizzano l’operato le varie agenzie di rating, sollevano più di un dubbio circa i parametri oggettivi sui quali esprimono i loro – spesso ‘dannosi’ – giudizi. E a tal proposito, dopo le ‘sentenze’ diffuse  dalle varie Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s e, soprattutto, dopo che Fitch ha declassato il rating dell’Italia paventando rischi politici e relegandola nella fascia della Tripla B, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha individuato un’unica strada da seguire: un’agenzia europea di rating. Premettendo che non riesce proprio a individuare i rischi legati alla stabilità politica, ’’quando di fronte c’è una scadenza elettorale naturale prevista a pochi mesi’’, il sottosegretario osserva invece che nella maggior parte dei casi il declassamento avviene ’’in una situazione di crescita dell’economia, certo, ancora lenta, ma con dati tendenziali che sono costantemente positivi’’. Dunque, a pensarci, una faccenda complicata, per una di partenza insomma difficile da tradurre in una certificazione negativa: ’’Se analizziamo i dati reali – illustra Baretta –  il loro ragionamento sinceramente non convince. Mettono insieme una somma di opinioni interessanti ma oggettivamente discutibili’’. Di qui la proposta ’’di un’agenzia europea di rating e, al contempo, si deve fare in modo che queste certificazioni siano a loro volta certificate da organismi o osservatori internazionali’’. Il sottosegretario allude tra gli altri anche al Fondo monetario internazionale. ’’L’importante è che questi giudizi si basino su dati di fatto e su previsioni precise, stilate sulla base di parametri internazionali condivisi. Chi dà giudizi deve essere posto sotto esame a sua volta’’. Diversamente, avverta ancora Baretta, il rischio è che ’’si producano dei verdetti che possono influenzare i mercati esteri, danneggiando gli interessi del paese, senza che vi siano valutazioni oggettive e questo è grave’’.

    M.