Expo Milano e il convegno omofobo – di Alessandra Benassi

    milano-expoMilano – 700 email di protesta e lo sdegno di due grandi nazioni come Francia  e Stati Uniti nei confronti di Expo Milano 2015, l’esposizione universale  sull’alimentazione e la nutrizione scivola sul tema dell’omofobia. 

    L’Italia fa parlare di se, la Regione Lombardia ha utilizzato il logo dell’esposizione universale per promuovere un convegno sul tema “Difendere la famiglia per difendere la comunità”. L’incontro organizzato dall’associazione ultra-cattolica Obiettivo Chaire, da sempre conservatrice e tradizionalista avanza tesi anti gay, tanto da proporre tecniche preventive per la risoluzione di quello che per loro risulta essere un problema, sul loro sito è possibile leggere post come “prevenire l’insorgere di tendenze omosessuali” parlando anche di “atteggiamenti contrari alla legge naturale”. 

    A livello istituzionale lo scontro non si placa e si trasforma in uno dibattito dialettico in cui Maroni risponde alle lettere di protesta inviate dicendo che non intende ritirare il simbolo e che  “Questa polemica basata sul nulla, anzi sulla falsità, è chiusa. Se qualcuno al convegno sosterrà tesi strampalate sui gay, dirò che non sono d’accordo. Ma non tolgo il logo di Expo”.

    Durante il convegno sono state espresse affermazioni come “i gay sono per definizione anticonformisti e alla maggior parte di loro non interessa sposarsi”, frasi forti che hanno scalfito la comunità LGBT, ma che su invito di Giuseppe Sala, commissario per l’organizzazione dell’evento, si mostrano aperti al dialogo e al confronto. La comunità laica I Santinelli di Milano dichiara  “Che la regione patrocini un convegno di stampo omofobo e antiscientifico, è segno di una grave arretratezza di parte delle istituzioni e del Paese”.

    Il segretario del Bureau of International Expositions, Vicente Gonzalez Loscertales usa parole dure parlando di un vero e proprio “abuso”. sostenendo che la Bie si discosta dall’associazione fatta, ‘’Utilizzare in modo abusivo a fine politico il logo non è accettabile ed è in contraddizione con i valori di Expo e del Bie”. 

    Quello che doveva essere un evento caratterizzato solo da argomentazioni positive e di interesse culturale fa da scenario all’immagine tanto discussa dell’Italia che viene da sempre dipinta come un paese chiuso e retrogrado.