FRANCIA: OGGI I FUNERALI DELLE VITTIME

    Quella di oggi è una giornata di omaggi alle vittime e funerali in Francia, dopo gli attacchi terroristici della settimana scorsa. L’evento più sentito sono i funerali di Ahmed Merabet, il poliziotto assassinato mercoledì scorso sul marciapiede davanti a Charlie Hebdo. L’agente sarà sepolto nel cimitero musulmano di Bobigny, nella banlieue più calda di Parigi. Merabet, il cui video atroce che ne mostra l’uccisione quando era già a terra ha scioccato la Francia, avrebbe compiuto 41 anni il mese prossimo. 
     Nel primo pomeriggio, seduta speciale all’Assemblea Nazionale: al posto del tradizionale question time, è in programma un discorso prima degli interventi dei gruppi politici. In chiusura il primo ministro Manuel Valls annuncerà le nuove misure contro il terrorismo. Alla fine della seduta, attesa la decisione sulla prosecuzione dell’impegno francese in Iraq, un passaggio obbligatorio quando una missione dura oltre quattro mesi. Nessun dubbio sull’esito positivo del voto. Vietato abbassare la guardia. In Francia nessuno si illude che l’offensiva del terrore sia un capitolo chiuso. C’è almeno un complice, un altro elemento di mistero che si aggira in libertà. Ma fonti di polizia citate dall’Associated Press evocano “fino a sei” terroristi legati alla cellula jiahdista ancora alla macchia: uno di loro sarebbe stato avvistato alla guida di una Mini Cooper registrata a nome di Hayat Boumeddiene, la compagna del killer Coulibaly. La paura insomma non allenta la morsa. In tanti oggi non hanno mandato i bambini a scuola. Per far ritornare i figli degli ebrei di Francia sui banchi dei 717 istituti israelitici del paese, il governo schiererà 4.700 poliziotti a loro protezione. E in serata le nuove minacce di al Qaida non hanno fatto altro che aumentare la tensione.

     

    “Finché i soldati francesi occupano paesi come Mali o Centrafrica e bombardano la nostra gente in Siria e in Iraq, e finché la sua stupida stampa continuerà a offendere il Profeta, la Francia si esporrà al peggio”, ha tuonato Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) in un messaggio video pubblicato sui siti jihadisti e rilanciato dai media francesi. E’ l’ora degli interrogativi, delle polemiche, delle prese di distanza e del lancio di nuove strategie di sicurezza. Ma è ancora tempo di proteggersi nella Francia colpita al cuore, e il primo ministro Manuel Valls, che per anni ha fatto il ministro dell’Interno, il “primo flic” del Paese, l’ha spiegato di buon’ora ai suoi concittadini: “Il piano Vigipirate resterà in vigore al suo livello più alto”, ha esordito Valls via radio, riferendosi al dispositivo normativo che innalza la protezione del territorio e dei cittadini in caso di rischio. Restano le pattuglie davanti agli edifici pubblici, alle scuole e soprattutto ai giornali, che si continua a considerare nel mirino del terrore. Il governo, lungi dallo smobilitare, schiererà diecimila militari in più per proteggere “tutte le istituzioni che possono essere obiettivo di attacchi, in particolare le sinagoghe, le scuole confessionali ebraiche ma anche le moschee”, dove sono saliti a cinquanta gli atti anti-islamici dopo l’attacco a Charlie Hebdo. Un capitolo a parte per le scuole ebraiche. Dopo il terrore, molti genitori hanno esitato a riportare i figli questa mattina a scuola.