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Gas russo: 10 aziende europee stanno trattando con Gazprombank per il cambio valutario. Ira Ue: “Pagare in rubli viola sanzioni”

E’ stato lo stesso Putin, annunciando dallo scorso primo marzo l’obbligo (da parte dei ‘paesi ostili’, cioè firmatari delle dure sanzioni a Mosca), di pagare la fornitura di gas in rubli, a spiegarne le modalità. Che siano euro o dollari, i soldi saranno versati presso la Gazprombank, che penserà poi a convertirli nella valuta russa. Fin qui tutto ok, se non fosse che altro non è che un escamotage per aggirare le sanzioni.

Per quel che riguarda l’Italia, al momento ‘sembra’ che siamo ancora coperti da quanto precedentemente anticipato prima del conflitto ma, nel caso di Polonia e Bulgaria che – ‘ligie’ agli accordi europei – si sono rifiutate di pagare in rubli, senza esitare Mosca ha immediatamente chiuso loro i rubinetti.   

Gas russo in rubli, ‘Bloomberg’ conferma quanto rivelato dal Cremlino: ben 19 aziende Ue si apprestano a trattare per il cambio

Dal canto suo l’altro giorno, annunciando lo stop dell’erogazione per Sofia e Varsavia, dal Cremlino è stato reso noto che in realtà, ben 10 paesi europei starebbero già pagando il gas in rubli.

Circostanza confermata oggi dall’agenzia americana ‘Bloomberg’, secondo cui sarebbero invece 4 le società Ue che hanno pagato in rubli ma, cosa assai grave (visto quello che stiamo sopportando anche noi), addirittura altre 10 società europee – i cui nomi no stati pubblicati – avrebbero già preparato i documenti necessari per la transazione valutaria.

Gas russo in rubli, la furia Ue: “Chi apre un conto presso Gazprombank, viola le sanzioni comminate contro Putin”

Una notizia che ha ovviamente mandato su tutte le furie Bruxelles, dove è stato duramente rimarcato che chi apre un conto presso Gazprombank, va incontro ad una violazione delle sanzioni comminate unilateralmente contro la Russia.

Dunque, hanno tuonato gli alti funzionari europei: “se le aziende pagano in euro, non violano le sanzioni. L’Ue non può accettare che le aziende siano obbligate ad aprire un secondo conto e che il pagamento sia considerato completato soltanto quando viene convertito in rubli”.

Staremo a vedere se dopo questo ‘cazziatone’ cambierà qualcosa. Certo, malgrado gli ‘sforzi comuni’, già quest’Europa con la guerra in Ucraina ha rivelato la sua totale disorganizzazione, ora ci mancherebbe pure che ‘qualcuno’ la mattina firma le sanzioni, e poi al pomeriggio le trasgredisce…   

Max