Grandi opere e Tav: la maggioranza si divide

    “Sulla Tav si va avanti e non si torna indietro. Il Tap ridurrebbe del 10% il costo dell’energia per tutti gli italiani”: parole categoriche quelle pronunciate dal Ministro degli Interni, Matteo Salvini, che esclude a priori qualsiasi dietrofront del governo sulla questione grandi opere. Ci sarebbero, invece, “fior di tecnici e di docenti” in campo per valutare costi e benefici di pedemontane, terzo valico e Tap.

    Una posizione, quella di Salvini, che però divide la maggioranza, con i colleghi ministri cinquestelle Di Maio e Lezzi che ieri hanno stoppato il leghista facendo appello ai valori del Movimento.

    A far scattare la fiamma dei pentastellati, un video in diretta Facebook da Puerto Escondido di Alessandro Di Battista: l’ex parlamentare ha rimproverato il M5S, colpevole forse di aver allentato la presa sulle grandi opere, sottolineando come Tap e Tav siano “inutili” e ricordando anche che proprio su quei no “ci abbiamo preso i voti”. Una lezione che ha colpito il leader politico Luigi Di Maio, che ne ha condiviso modi e contenuti per poi ribadire come la Tav sia comunque “nel contratto di governo”. ’’Non abbiamo nessun pregiudizio sulle grandi opere – ha poi affermato il ministro in diretta ad Agorà Estate – ma non si può fare la Torino-Lione e poi ignorare che alcune città hanno bisogno di rifare l’asfalto. Il presidente del consiglio Conte ha incontrato il sindaco di Melendugno e sta lavorando al dossier sul Tap’’.

    A rilanciare il video di Di Battista è dunque la ministra per il Sud Lezzi, appellatasi direttamente a Salvini a cui ha ribadito necessità di costruire infrastrutture ancor prima di grandi opere: “Caro Matteo Salvini – ha scritto la Lezzi su Facebook – in Italia servono le infrastrutture e in particolar modo ne hanno estremo bisogno il Sud e le aree interne del Centronord. È la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro al Sud di 300.000 unità durante gli anni della crisi”.

    È dunque divisione: a nulla servirebbero inoltre le parole del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, che dalle pagine del Corsera tenta di mettere un punto almeno sulla Tav: “Stiamo avviando tutte la valutazioni relative al progetto, sarà un lavoro con vari stati di avanzamento ma contiamo di chiudere entro la fine dell’anno”. Ma se “proprio Salvini conferma che serve un’analisi costi-benefici di quest’opera”, al di là della posizione personale del vicepremier, “la domanda a cui dare risposta – spiega il titolare del Mit – resta se la Tav è un’opera redditizia o meno. Tutte le stime e le previsioni, per esempio, si fondano su valori dei flussi di merci e di persone che definirei farlocchi, poiché diminuiscono anziché aumentare. Serve, quindi, un’analisi attualizzata per una valutazione più approfondita”.