IL 4 NOVEMBRE, UN’OCCASIONE PER TENERE VIVA LA NOSTRA MEMORIA STORICA ONORANDO I CADUTI

    Tramandare la memoria storica è un dovere, un valore assoluto che ciascuno di noi dovrebbe imparare a condividere con gli altri, ancor più con le nuove generazioni. Perché sempre più spesso, le cronache insegnano, ‘messaggi sbagliati’ finiscono per assurgere a verità, rischiando così di innestare (e ridestare) odi e rancori mai sopiti. La nostra memoria è purtroppo articolata da vere e proprie tragedie. Interminabili anni di terrore, miseria, fame (condizioni ed esperienze inumane), che hanno avuto un unico, terribile denominatore: la guerra anzi, come non ne fosse bastata una, le guerre. Un periodo storico, buio e tetro che nulla ha lasciato se non dolore e morte. Un perfetto atto di inutilità, che a distanza di appena un secolo, sembra raccontare fatti lontani mille anni. Ma oltre alle pagine e alle immagini che raccontano le orribili scene di guerra che hanno martoriato il nostro Paese (e la cultura dei nostri nonni), a rendere ‘vivo’ il ricordo dell’immane tragedia sono soprattutto le migliaia di stele che, disseminate in ogni quartiere o luogo abitato, testimoniano il sacrificio e la disfatta di milioni di giovani vite. Così, in occasione di una festa che omaggia le Forze Armate, il 4 novembre in molte città va in scena il ricordo rispettoso per i caduti. Nel quartiere romano di Testaccio ad esempio, l’omaggio ai caduti della guerra del 1915/18 è ormai una tradizione. Qui alle 11 del mattino del 4, ogni anno residenti (e studenti delle scuole) dello storico ‘rione’ romano, si radunano davanti al monumento ai caduti – all’interno del giardinetto – di piazza Santa Maria Liberatrice. Una commemorazione sottolineata dall’Inno di Mameli, e ‘benedetta’ dal parroco don Ernesto Grignani, in ricordo di tutti quei fratelli, mariti, padri e parenti, che non sono più tornati a casa. Un’occasione imperdibile per dare seguito a queste tristi vicende delle quali si compone la nostra memoria storica…
    M.