IL CAPO DEI PASDARAN ANNUNCIA LA SCONFITTA DELLA RIVOLTA IN IRAN, ED ACCUSA USA E SAUDITI

    “Possiamo affermare che oggi è terminata la cospirazione nel 1396, i nemici devono sapere che le minacce contro la difesa e la sicurezza dell’Iran non funzionano più”. Così , attraverso l’agenzia di stampa semiufficiale Isna, riferendosi all’anno in corso secondo il calendario persiano, il capo dei pasdaran, generale Mohammed Ali Jafari, ha annunciato che i Guardiani della Rivoluzione iraniani hanno posto fine alle proteste scoppiate lo scorso 28 dicembre, costate finora la vita ad almeno 20 persone. Ali Jafari ha quindi tenuto a sottolineare che il “tempestivo intervento delle forze di sicurezza ha permesso di catturare rapidamente i capi della sedizione”, puntualizzando che i Guardiani della Rivoluzione sarebbero intervenuti in modo “limitato” per sedare le rivolte solo in tre province iraniane: Isfahan, Lorestan e Hamedan. Poi il generale ha spiegato che molti dei rivoltosi arrestati nel corso dei disordini, sarebbero stati addestrati da “forze anti-rivoluzionarie e dai terroristi dell’Mko, ovvero dai Mojahedin del Popolo Iraniano”, organizzazione nell’Iran messa al bando per terrorismo. Dopo aver affermato che non sarebbero state più di 15mila le persone che hanno preso parte alle proteste anti-governative, il generale ha spiegato che le manifestazioni sono state fomentate dall’appello di un “sito legato a un individuo che in questi giorni parla contro i principi e i valori del sistema islamico. Le forze di intelligence stanno investigando se ha avuto un ruolo nei recenti tumulti – ha dichiarato alludendo all’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad – Se queste accuse venissero provate, nei suoi confronti saranno adottate le misure necessarie”. Infine, come da copione, Jafari ha quindi puntato il dito contro “Stati Uniti, sionisti e sauditi”, i quali avrebbero ordinato a “un certo numero di gruppi terroristici affiliati al sedicente Stato islamico (Is) di entrare in Iran per compiere atti di sabotaggio ed esplosioni”.
    M.