Italia-Cina Tlc, infrastrutture e finanza dietro accordo

    Italia-Cina Tlc, infrastrutture e finanza dietro accordo: Tra Roma e Pechino si tesse una tela dalle profonde ramificazioni strutturali, poi, è prevista anche ItaliaCina Tlc, infrastrutture e finanza dietro accordo: Tra Roma e Pechino si tesse una tela dalle profonde ramificazioni strutturali. Dalle infrastrutture alle telecomunicazioni e la finanza: ecco cosa c’è dietro dentro il patto Italia-Cina tema caldissimo di questi giorni. Un documento programmatico di intesa che vuole fare dell’asse ItaliaCina un viatico di rinnovamento delle relazioni e delle cooperazioni finanziarie e strutturali tra i due paesi pur, come aveva detto Conte, facendo salvo il ruolo centrale dell’Italia nella realtà Atlantica europea e Nato. Il cuore politico del documento che c’è dietro l’asse Italia-Cina è forse tutto sintetizzato nel secondo paragrafo al terzo punto, sotto il titolo: «Rimuovere ogni ostacolo al commercio e agli investimenti».

    Italia-Cina Tlc, infrastrutture e finanza dietro accordo. Piano per rimuovere ostacoli al commercio e agli investimenti

    L’economia e la finanza sono centrali in questa programmazione ItaliaCina nel novero, appunto, di una migliore operatività sul fronte commerciale e degli investimenti. Si legge, infatti, nel documento, che le controparti si impegnano a «opporsi all’unilateralismo e al protezionismo». Italia-Cina in pratica redigono una sorta di memorandum focale e programmatico. L’accordo che la settimana prossima il presidente Xi Jinping e il primo ministro Giuseppe Conte dovrebbero firmare, li impegna a dichiarare congiuntamente una sorta di opposizione alla dottrina Trump. E’ questo che spaventa, in seno alla Ue e non solo, i grandi leader filo americani. Una Italia sempre meno europeista, stando agli attriti di questi mesi tra Roma e le istituzioni Ue, ma anche meno pro-Usa, forse spaventa. Del resto gli Usa hanno ingaggiato una lotta commerciale e tecnologica con Pechino, basti pensare ai colossi cinesi Huawei e Zte: il rischio per gli Usa è portare non solo l’Italia ma buona parte del mercato europeo nelle braccia di Pechino. Mentre a Davos due anni fa Trump annunciava la fine degli accordi di libero scambio, Xi parlava di globalizzazione con la sua Belt and Road, la via della Seta appunto. Ora il Memorandum Italia-Cina punta ad “appoggiare «le sinergie tra la via della Seta e le priorità identificate nel Piano di investimento per l’Europa e le reti trans-europee” e chiarisce che «collaboreranno nel campo della protezione ambientale, dei cambiamenti climatici ed altre aree di reciproco interesse», impegnandosi «a promuovere attivamente le direttive dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici». Proprio quegli accordi dai quali Trump ha ritirato l’America.