L’azienda dei Di Maio e il lavoro in nero: Luigi si dissocia

    Un brutta gatta da pelare è arrivata dalla trasmissione Le Iene, con la puntata andata in onda ieri sera, per il vice premier Luigi Di Maio. Secondo il reportage infatti l’azienda gestita dal padre del grillino, Antonio Di Maio, faceva uso del sistema di lavoro in nero con i propri dipendenti. Ma c’è dell’altro un testimone nel servizio racconta che quando è stato vittima di un incidente in un cantiere, Antonio Di Maio gli ha consigliato di non dire ai medici del pronto soccorso di essersi ferito sul posto di lavoro, minacciandolo di sottoporlo ad un’ispezione o a una multa.
    Ardima è l’azienda in questione, una srl ??appartenente alla famiglia Di Maio da oltre trent’anni, con le azioni divise al giorno d’oggi al 50% tra Luigi Di Maio e sua sorella Rosalba, anche se il ministro non ha alcun ruolo operativo all’interno dell’azienda.

    La storia ricostruita da Filippo Roma risale a quando l’Ardima era gestita solo da Antonio Di Maio. La trasmissione ha intervistato Salvatore Pizzo, di Pomigliano d’Arco, che avrebbe prestato lavoro in nero per l’Ardima tra il 2009 e il 2010 guadagnando circa 1.100 euro al mese pagati in contanti direttamente da Antonio Di Maio. Pizzo racconta l’incidente e l’invito a mentire del suo datore di lavoro. Ma in ospedale il lavoratore ha riportato i fatti esattamente come erano andati, specificando così che era stato ferito mentre lavorava in un cantiere navale Ardima.

    Secondo la sua storia, nelle settimane successive Di Maio ha continuato a pagarlo, accompagnandolo all’ospedale per i farmaci, ma non appena si è ripreso lo ha mandato via. Quindi, dopo l’intervento di un sindacalista della Cgil che allertava Di Maio padre sui rischi che sarebbero corrisposti se il lavoratore si fosse rivolto al giudice, Pizzo fu assunto per sei mesi, con paga regolare. Alla scadenza del contratto, tuttavia, è stato licenziato per il motivo che la società non aveva abbastanza commissioni.

    Filippo Roma ha chiesto lumi a Luigi Di Maio sulla vicenda del lavoro in nero, il quale ha ammesso però che se i fatti fossero andati così sono da stigmatizzare, riservandosi di documentarsi sulla vicenda. Nel corso della messa in onda del servizio, il vicepremier è intervenuto con un post su Facebook prendendo le distanze da suo padre: “Mio padre ha commesso degli errori nella vita e da questo comportamento mi allontano, ma è ancora mio padre. A maggior ragione se, come ho detto nel servizio, abbiamo anche avuto un rapporto difficile, che sono contento sia migliorato negli ultimi anni. Come sempre manterrò i miei impegni e domani consegnerò a Filippo Roma i documenti su questa particolare vicenda, che ho chiesto a mio padre di procurarmi, e faremo tutti i controlli necessari su ciò che Salvatore ha detto nel servizio “.