L’IPOTESI DI UN ‘RITOCCO ALL’INSْ DELL’ETÀ DI PENSIONAMENTO DA PARTE DEL GOVERNO, SCATENA LE IRE DELLA RITROVATA UNITÀ SINDACALE: ORA PARLIAMO ANCHE DELLA RIFORMA FISCALE

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    Il tempo di trovare un accordo comune per dare il via all’Ape social, e già fra sindacati e governo è nuovamente sceso il gelo. Cgil, Cisl e Uil infatti, sono rimasti basiti apprendendo da parte del governo – in virtù di un automatismo previsto per legge – la possibilità di procedere ad un eventuale ‘ritocco all’insù’ dell’età di pensionamento, in relazione alle aspettative di vita dei lavoratori. Ecco che, alla vigilia del confronto sulle previdenza –  e sulle pensioni degli attuali under 30 – i rapporti tra sindacati e governo tornano nuovamente tesi. Anzi, tesissimi. tornano a ricompattarsi e a dare l’altolà al governo. Teatro della nuova intesa il congresso Cisl che ha sancito di fatto l’avvio di una strategia unitaria non solo sulle pensioni ma anche sul fisco. “Attenzione che l’aumento dell’età pensionabile suonerebbe come un gigantesco schiaffo ai lavoratori e determinerebbe una rottura difficile da colmare”, ha denunciato stamane dal palco dell’assise cislina il leader della Cgil, che, rispetto a quanto fatto e garantito appena pochi mesi fa, ha esplicitamente accusato l’esecutivo  “di mancanza di coerenza”. Il sindacato, ha rimarcato Susanna Camusso, “ha il dovere collettivo di mettere in campo tutti gli strumenti perché nello scorcio di legislatura si blocchino gli automatismi e si comincino a dare risposte concrete alle prospettive del sistema previdenziale”. Un concetto pienamente condiviso da Annamaria Furlan, segretario Cisl di Annamaria Furlan (prossima alla riconferma), che ha sottolineato: “Sono assolutamente d’accordo con Susanna, perché non è assolutamente pensabile un ulteriore aumento dell’età pensionabile. Serve invece una profonda rivisitazione del meccanismo di adeguamento alle aspettative di vita”. E la Furlan, rivolgendosi al governo, e spronandolo a dare vita all’infinitamente attesa fase due del confronto, lo invita ad impegnarsi per “assicurare una pensione dignitosa ai giovani e il ripristino di meccanismi seppur parziali di aumento e di scatti per le pensioni in essere”. Linea ovviamente condivisa da Carmelo Barbagallo della Uil: “Siamo contrari a ripristinare l’automatismo. Ci sembra ridicolo aumentare ancora l’età pensionabile bisogna invece guardare a cosa fa l’Eropa su questo tema”. Ma non solo previdenza, ricompattatosi, ora il fronte sindacale intende lavorare anche su un altro tema, ugualmente fondamentale: il fisco. In particolare, si guarda ad una riforma fiscale, che la Furlan ha definito “doverosa, possibile e necessaria”. Certo Cgil, Cisl e Uil sono uniti nella richiesta, anche se poi ciascuno ha una sua ‘priorità’. La Cgil ad esempio, insiste su “una tassazione delle rendite con cui finanziare l’intervento di detassazione del lavoro senza perdersi dietro ad “insufficienti nuovi tagli del cuneo fiscale o a nuove decontribuzioni sulle assunzioni”. La Cisl è invece concentrata sul taglio Irpef per i lavoratori dipendenti ed i pensionati. Tuttavia ora è l’unità a promettere aspre battaglie:  “Sono contenta che sia Camusso che Barbagallo abbiano colto l’esigenza di una piattaforma comune – spiega la Furlan –  Oggi infatti lo squilibrio è troppo forte visto che oltre il 90% dell’erario si basa sulle tasse pagate dai pensionati e dai lavoratori”. Dal canto suo Barbagallo ha poi tenuto a sottolineare come “le cose buone sono quelle che abbiamo fatto unitariamente. Mentre in tutto quello che non abbiamo mai realizzato eravamo da soli”.

    M.