L’Italia non cambia la manovra e sfida Bruxelles

    L’Italia non cambia la manovra e va avanti senza ripensamenti o dietrofront: questa la linea scelta dal Governo dopo il vertice a Palazzo Chigi tenutosi ieri sera tra il presidente del Consiglio Conte, i due vicepremier Di Maio e Salvini, il ministro dell’Economia Tria e il ministro dei Rapporti con il Parlamento Fraccaro. L’Italia sfida dunque a testa alta Bruxelles, ignorando i recenti avvertimenti sul possibile rischio recessione, e annuncia che nessun cambiamento sarà apportato alla manovra economica: “La manovra non cambia né nei saldi né nella previsione della crescita, perché è nostra convinzione che è quel che serve al Paese per ripartire” ha dichiarato Di Maio, che spiega come “abbiamo detto chiaramente che ci impegniamo a mantenere il 2,4% di deficit, e il Pil all’1,5%” ma “reddito cittadinanza, riforma Fornero, soldi ai truffati dalle banche” restano. “E’ una manovra in controtendenza col passato” ma “non facciamo i furbi sul debito”. E ancora: “Non abbiamo aggiunto niente a quello che già leggete nella manovra di bilancio ma c’è l’impegno a mantenere quelli che sono i saldi indicati; quindi non facciamo i furbi sul deficit ma allo stesso tempo manteniamo gli impegni con gli italiani’’. Unica ’concessione’ rispetto ai piani di partenza, le dismissioni, anche immobiliari, che verranno attuate e che dovrebbero valere l’1% del Pil: ’’Il nostro obiettivo è tutelare i gioielli di famiglia -ha spiegato ancora Di Maio – ma allo stesso tempo di dismettere tutto quello che non serve dello stato di immobili o di tutti questi beni che sono di secondaria importanza’’. ’’Deve essere chiara una cosa – ha detto ancora – nel programma di dismissioni non ci sono i gioielli di famiglia: stiamo parlando di immobili, di beni secondari dello Stato e sicuramente la dismissione avrà un effetto positivo per la riduzione del debito’’. ’’Nella lettera a Bruxelles – ha sottolineato il vicepremier – abbiamo detto che aumentiamo la valorizzazione dei nostri immobili, quindi della dismissione dei nostri immobili’’. E ’’potremo fare più soldi dal taglio e dalla dismissione di quello che non serve, degli immobili di proprietà dello Stato”. Ma per il resto, il governo – dopo aver spiegato le sue ragioni – va avanti per la sua strada. “Il Governo resta fiducioso nelle possibilità di conseguire obiettivi di crescita contenuti nel quadro programmatico del documento di programmazione”. Questo quanto sottolineato dal ministro Tria, nella lettera di accompagnamento alla versione rivista del Documento Programmatico di Bilancio 2019, inviata alla Commissione europea. L’Amministrazione del Tesoro ha anche inviato alla Commissione europea il Rapporto sui fattori rilevanti sull’andamento del debito pubblico, come richiesto con la lettera del 29 ottobre scorso. Il Documento programmatico di bilancio trasmesso nella notte dal governo italiano “verrà valutato nel quadro del semestre europeo”. Lo dice un portavoce della Commissione Europea. Il prossimo passo sarà mercoledì 21 novembre, quando la Commissione darà le proprie opinioni sui documenti programmatici di bilancio ricevuti il 15 ottobre, ivi incluso quello che l’Italia ha rimandato stanotte. La Commissione aveva chiesto modifiche “sostanziali” per rivedere la propria opinione negativa sul Documento programmatico di bilancio. “Se proveranno solo a pensare di mettere delle sanzioni al popolo italiano hanno sbagliato a capire…”. Così il vicepremier Matteo Salvini, intervistato a Radio anch’io su Radio 1, all’indomani della lettera che il governo italiano ha inviato alla Commissione Europea. “A Bruxelles passano il tempo a mandare delle letterine?”, si è chiesto poi Salvini interpellato sulle prossime tappe del contenzioso con l’Ue.