La pasionaria dei gilet gialli snobba Di Maio

    Un due di picche che in amore farebbe soffrire e, forse, spezzare cuori. Ma che in politica, forse, corrobora scorze e rinsalda strategie in un ’gioco’ di ruolo e di posizioni tutto da decifrare. Nel caso dei gilet gialli e della voluminosa eco che la protesta del movimento transalpino sta suscitando ovunque era intervenuto con toni dialettici piuttosto risoluti il vice premier italiano Luigi Di Maio.
    Il leader del movimento 5 Stelle aveva lanciato una sorta di mano tesa a sostegno del movimento dei gilet gialli prendendone le ’difese’ e sottolineando la propria vicinanza fornendo l’invito di utilizzare perfino la piattaforma Rousseau, per la gestione del movimento francese. Ma oltre Alpe arriva il rifiuto ed una presa di distanza piuttosto significativa da parte della pasionaria dei gilet gialli, Jacline Mouraud, che dice ’no’ al vice premier italiano.
    Di Maio aveva offerto la piattaforma Rousseau sostenendo un’idea di collaborazione con i gilet gialli a cui dunque segue la risposta secca della pasionaria Jacline Mouraud. “No alle ingerenze di Di Maio” dice infatti Jacline Mouraud, la ’pasionaria’ ed ex portavoce dell’ala moderata dei Gilet Gialli. Jacline Mouraud boccia l’interesse del leader del movimento 5 stelle relativo alla possibilità di fornire al movimento francese dei gilet gialli l’uso della piattaforma Rousseau e più in generale si oppone alla ’vicinanza’ tra i due movimenti paventata dal ministro italiano. “Se devo dirla tutta penso che l’Italia sia l’Italia e la Francia sia la Francia: non siamo lo stesso popolo, penso che quella del vostro vicepremier sia un’ingerenza negli affari interni del nostro Paese”.
    L’ex portavoce del movimento transalpino, Jacline Mouraud ha di recente confermato la nascita di un suo partito ed ha bollato il tentativo di Di Maio come “inaccettabile”. Per la pasionaria francese, Di Maio “ha perso un’occasione per tacere”.
    Per la francese “il messaggio del signor Di Maio è assurdo, inammissibile: si metta bene in testa che la Francia del 2019 non è quella della Rivoluzione del 1789 né quella della Comune del 1871. Ma come si permette di appoggiare dei rivoltosi e offrire solidarietà a chi sta cercando di sabotare l’ordine e la democrazia in Francia?”.