LA PROPOSTA DEL M5S SUL TAGLIO AI COSTI DELLA POLITICA RINVIATA IN COMMISSIONE, ED IN PIAZZA SCOPPIA LA PROTESTA. GRILLO: ‘IL PD HA VOTATO PER AFFOSSARCI’

    beppe-grillo-620x350.jpg (620×350)

    Come era ovvio che fosse, la proposta di legge tagli-stipendi a firma del M5s continua a trovare l’ostracismo nell’aula di Montecitorio. E prima del rinvio non c’era in aula il rappresentante del governo, secondo quanto notato dal presidente di turno Luigi Di Maio, che ha quindi sospeso la seduta pochi minuti dopo il suo inizio. Ad ogni modo, l’aula della Camera, con 109 voti di scarto, ha approvato la richiesta dirinvio in commissionedella proposta di legge sul dimezzamento deglistipendi dei parlamentari. Su proposta di Cinzia Fontana, deputata del Pd, la Camera aveva deciso di invertire l’ordine dei lavori per esaminare subito la proposta di legge del M5S per iltaglio degli stipendi. Presente anche Beppe Grillo – secondo il qualeil “Pd voterà la proposta M5S e anche il Papa sarà contento”– era arrivato in tribuna a Montecitorio per seguire in prima persona i lavori dell’aula. Ma al rinvio, all’esterno dell’aula, nella piazza si è fatto sentire il disappunto del Movimento 5 Stelle che ha reagito al grido di al grido di “Vergogna, vergogna”. Incontrando i manifestanti Alessandro Di Battista ha affermato: “Siamoindignati da questa gentagliapronta a intervenire sulla carne viva dei cittadini ma non si taglia nemmeno un euro quando riguarda i loro stipendi”. Dal canto suo Beppe Grillo ha twittato: “Il Pd ha votato per affossare la nostra proposta di dimezzamento degli stipendi dei parlamentari! #renzinonnasconderti”. Ma quello degli stipendi dei parlamentari è un argomento ‘sacro’ e, con una puntualità sconcertante, dalola Camera dei Deputati si sono affrettati ad osservare che  “l’Italia non guida la classifica Ue. I dati “Inizialmente pubblicati (e poi corretti) non corrispondevano a quelli riportati dal sito della Camera, aggiornati per effetto delle decisioni assunte dall’Ufficio di presidenza nell’ultimo decennio”. Quindi vengono poi riassunte ed illustrate le voci che compongono il trattamento economico dei deputati: Indennità parlamentare lorda 10.435 euro, netta 5.246,54 mentre la netta media (per effetto diversa incidenza tasse locali) è 5.007. La diaria ammonta a 3.503,11; spese per i collaboratori 3.690 e, infine, sono 1.200 gli euro per le spese telefoniche. Riguardo alla “comparazione fra il trattamento economico dei parlamentari italiani e quello dei parlamentari di altri Paesi europei, non è affatto vero – si legge nel comunicato della Camera – che l’Italia sia ’in testa’. Innanzi tutto per un motivo di metodo”. Nel rapporto della commissione di studio istituita dal Governo e presieduta dal prof. Enrico Giovannini, presentato a fine dicembre 2011, si legge che “nonostante l’intenso lavoro svolto nei mesi scorsi i vincoli posti dalla legge, l’eterogeneità delle situazioni riscontrate negli altri paesi e le difficoltà incontrate nella raccolta dei dati non hanno consentito alla Commissione di produrre i risultati attesi’’, ritenendo dunque ’’impossibile confrontare in maniera attendibile gli stipendi dei nostri onorevoli con quelli dei colleghi dei Paesi stranieri più rappresentativi”. Sarà anche così ma l’incombente crisi economica, ed il crescente fenomeno della povertà nel Paese, inducono comunque ad una sorta di ‘moralità’, che non può non tener conto su in che condizioni sono costretti a vivere moltissimi nostri connazionali…

    M.