L’ADDIO AD ALESSIA E MARTINA. IL PARROCO: PERDONATE IL PADRE, ANTONIETTA LO HA FATTO

    Un frase per certi versi ’choc’ quella pronunciata dal parroco di San Valentino in Cisterna di Latina (in lutto cittadino), Don Livio Livio Fabiani, celebrando stamane le esequie delle due bambine uccise dal padre, ne corso dell’omelia infatti il prete ha affermato “Antonietta lo ha perdonato”, rivolgendosi alle file di fedeli gremite fino al’inverosimile. L’affermazione ha umanamente sollevato un leggero brusio al’interno della chiesa: perdonare quel che ha fatto Luigi Capasso non è certo facile, anche se, cristianamente parlando, alla luce di quanto accaduto, l’odio ormai serve a poco. “Durante la ’preghiera dei fedeli’, alle quattro già inserite, ho deciso di aggiungerne un’altra per il padre, perché anche la famiglia Gargiulo lo ha perdonato. Stamattina al cimitero li ho incontrati e mi hanno detto che sia loro che Antonietta lo hanno perdonato’’, ha poi confermato Don Livio. Certo è che a piangere le piccole Alessia e Martina c’erano davero tutti, come racconta Maria Concetta Belli, l’avvocato di Antonietta, “La chiesa era gremita, all’inizio infatti il parroco aveva chiesto di fare i funerali allo stadio ma forse non è stato possibile. Molte persone si sono sentite male e sono state portate via in ambulanza. E’ stato un momento molto toccante. Dalla famiglia sono arrivate parole di speranza e perdono – sottolinea il legale – Capasso era molto malato e nessuno o aveva capito, basti pensare alla premeditazione dell’omicidio”. Belli tiene poi a stigmatizzare quanto riportato da alcuni: “non ci sono state contestazioni al parroco, solo un brusio quando il sacerdote ha detto di pregare anche per il padre… D’altra parte, il parroco deve fare la sua parte e la gente ha dei sentimenti e può esprimerli come meglio crede’’. Nel corso della toccante omelia, non senza momenti di commozione, il sacerdote ha ricordato le due sorelline: “Alessia, battezzata e comunicata da me, il prossimo 6 maggio avrebbe dovuto ricevere il sacramento della Cresima. E Martina, che a settembre avrebbe iniziato il suo cammino di catechesi parrocchiale. Ora tutto è finito – ha osservato con voce flebile Don Livio – Ma è davvero tutto finito? Scusate se parlo in prima persona, in 50 anni di sacerdozio ho celebrato tanti funerali (…) qualcuno potrebbe dire e pensare che ormai sono abituato. No, non sono abituato. Quando vedo una bara bianca, un senso di ribellione mi assale e tanti perché affollano la mia testa. Perché? Sappiamo che umanamente parlando non esistono risposte. E allora invochiamo la fatalità, parliamo di cattiveria umana, parliamo del caso, ma restiamo sempre insoddisfatti”.
    M.