Latina, bracciante straniero sparato da auto in corsa

    Nella provincia di Latina continua la caccia agli stranieri e gli obiettivi non sono più solo gli ospiti dei rifugi. Questa volta fu ferito da una pistola ed era stato un lavoratore di nazionalità indiana.

    L’uomo, un sikh di 40 anni, fa parte della grande comunità che muove l’economia agricola nelle campagne pontine e spesso è vittima di forme di sfruttamento molto gravi. Stamattina l’uomo è andato dai carabinieri per sporgere denuncia.

    Accompagnato dal suo datore di lavoro, il 40enne ha detto che ieri, alle 9:30 di sera, a Terracina, mentre era in Via Badino Vecchia e stava tornando a casa dal lavoro sulla sua bicicletta, due giovani di una macchina in corsa hanno fatto esplodere colpi di pistola contro lui. Con dettagli agghiaccianti. L’uomo sentì un colpo alla schiena, immediatamente si fermò e poi si voltò per capire cosa stava succedendo. A quel punto disse di aver visto due giovani uomini in una macchina, una Mazda grigia, che lo fissò e gli puntò contro la pistola e lo colpì di nuovo. Mentre il lavoratore si accasciava a terra, i due fuggirono. Fortunatamente ha riportato solo lievi ferite.

    Nell’area ci sono telecamere di sorveglianza e l’identificazione degli autori di quella che sembra essere l’ennesima intimidazione con uno sfondo razziale potrebbe essere solo una questione di ore.

    La settimana scorsa, ad Aprilia, un ragazzo di vent’anni e due minorenni, di 16 e 17 anni, hanno riferito di aver sparato con un fucile ad aria compressa contro un africano. In precedenza, vicino a Latina, sono stati segnalati altri tre giovani, tra cui il figlio di un consigliere municipale di un paese lepiano, per aver sempre sparato con un’arma giocattolo contro un gruppo di migranti che stavano aspettando l’autobus. L’episodio più grave sempre ad Aprilia, risale al 29 luglio scorso, quando un marocchino scambiato per un ladro, è stato inseguito in auto e picchiato a morte da alcuni residenti.

    E tra Aprilia, Latina e Sermoneta, il danno fatto ai rifugi era diverso. Il clima di odio presente in Italia nella terra pontina sembra aver messo radici in un modo più forte, con quella che ora è una vera caccia al nero.