Latina, con la Casa dei Papà, un progetto per sostenere i genitori separati

    “Non sarebbe il momento di polemiche marginali come quella sollevata oggi su” La Casa dei Papà “. Interveniamo – ha detto Patrizia Ciccarelli, assessore al welfare della Città di Latina – se non altro come informazione ai cittadini e forse, incidentalmente, rispondere all’Associazione Gesef che ha sollevato diverse polemiche infondate e marginali: realizzato con fondi regionali appropriati dalle precedenti amministrazioni, la Casa del Papà – dopo anni di detenzione – è stata completata da questa Amministrazione con la consegna del primo alloggio il 9 agosto.

    Per quanto riguarda le polemiche sono tutti da respingere al mittente.
    “Il progetto, infatti – continua Patrizia Ciccarelli – è stato realizzato con notevoli risparmi e le spese sostenute, contrariamente a quanto dichiarato, sono composte sia dalla parte intangibile – vedi l’help desk per genitori (che è supporto e non” interferenza ” “) – sia quello strutturale per la preparazione degli spazi, quindi non solo i mobili.
    “Questa amministrazione – dichiara l’assessore Ciccarelli – aprirà un dibattito con la Regione per evitare il rimborso dei fondi ancora disponibili per utilizzarli per la prosecuzione del progetto intangibile che non è” rieducazionale “ma di supporto perché il progetto è a sostegno di una particolare forma di povertà: quella economica che è arrivata anche dopo la separazione e quella emotiva derivante anche dall’impossibilità di frequentare quotidianamente i propri figli anche a causa della mancanza di luoghi adatti “.
    Gli assegnatari sono selezionati attraverso una chiamata aperta (http://www.comune.latina.it/wp-content/uploads/2018/07/avviso-pubblico-2018.pdf) e devono soddisfare determinati requisiti di reddito minimo (in alcuni casi c’è anche un’esenzione dal contributo richiesto) e il pagamento del cibo che deve essere in ordine.
    Pertanto, requisiti minimi per situazioni che non possono essere paragonate a quelle delle donne vittime di violenze e messe in sicurezza nei rifugi. Un passaggio è d’obbligo per il riferimento ai migranti: “Per quanto riguarda la legge Bossi-Fini che sta alla base dell’attuale sistema di accoglienza, i fondi utilizzati sono quelli specificamente destinati all’Europa”, afferma Patrizia Ciccarelli.

    “La notizia sarebbe che, dopo anni di ostacoli burocratici, ha successo – e non importa in questo caso il colore dell’amministrazione – di aprire una struttura di supporto per i genitori, specialmente quelli che rischiano la povertà dopo il dramma della separazione – dice Silvio France, assessore alla cultura – una misura della civiltà minima in particolare verso i più vulnerabili che sulla soglia della povertà vede il rischio genitoriale a rischio Un segno, ancora insufficiente rispetto a molte esigenze, e tuttavia un segno positivo Meno positivo, anche sconveniente d’altra parte, il paragone con i migranti (che ora sono in gioco su qualsiasi argomento) Se sono immigrati illegali – ma questo è anche conosciuto dai bambini – non hanno alcun diritto, per quanto riguarda i sistemi di accoglienza, come lo SPRAR presente a Latina è un sistema di protezione che dipende dallo Stato, governato dalle leggi dello Stato, con regole dettate dallo Stato, dallo Stato a cui è richiesta protezione e intervento, anche se mai e altro giorno. Ma sappiamo, in alcuni casi vale il detto secondo cui “Dio acceca coloro che vogliono perdere”.
    “Questa amministrazione – conclude a nome di tutta la giunta Maria Paola Briganti, vice sindaco e assessore alla legalità – si sente messa in discussione ogni volta che ci sono fragilità da sostenere, a prescindere dalle formazioni ideologiche, ancor più quando si inseriscono in un quadro istituzionale in che abbiamo fatto e vogliamo continuare a fare la nostra parte “.