Lazio, rifiuti, le aree idonee: bagarre con Regione e Comuni

    Cabina di regina in agitazione per via della definizione delle aree idonee per la costruzione di impianti di trattamento e smaltimento rifiuti nella capitale. Durante l’incontro al ministero, la Città Metropolitana ha consegnato le mappe richieste dalla Regione Lazio, alle prese con lo sviluppo del nuovo piano rifiuti, con indicazione dei siti soggetti a restrizione, quindi non utilizzabili per discariche e quelli su cui invece ci sarebbe il via libera.

    Le zone svincolate, ovvero dove non ci sarebbero ostacoli a tal fine, si trovano tra il territorio di Cerveteri e Ladispoli, tra i comuni di Rignano Flaminio, Morlupo e Magliano Romano, e nell’area di Civitavecchia. I municipi della Capitale non sono esclusi, dove sono state delimitate aree con “attenzione progettuale”, in cui non impongono vincoli di integrazione o di esclusione e quindi, nel rispetto di determinati parametri, sarebbe possibile ipotizzare la costruzione degli impianti. Si tratta di alcune aree dell’undicesimo municipio, del quarto, più precisamente lungo la Tiburtina poco prima di Guidonia, in una zona compresa tra il nono e il decimo, e non lontano dal territorio di Fiumicino , XIII e XIV.

    Il rimbalzo delle competenze che ha accompagnato l’individuazione di siti e impianti fino ad oggi, questa volta ha coinvolto anche il ministero presieduto da Sergio Costa. “La Città Metropolitana di Roma non ha indicato alcun sito per la costruzione di discariche” precisa il corpo guidato da Virginia Raggi in una nota. “La mappa mostra le aree indicate dai Comuni dell’area metropolitana come idonee per la costruzione di impianti la cui definizione appartiene esclusivamente alla Regione Lazio nel contesto del nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti”.

    Anche Ministero dell’Ambiente ribadisce la responsabilità regionale: “La Città Metropolitana si è limitata a confermare il piano già inviato nel marzo 2018, indicando le aree riservate e quindi non idonee”, spiega in una nota. La mappa “mostra le aree indicate dai Comuni dell’area metropolitana come idonee per la costruzione di impianti e spetta alla Regione Lazio, nel contesto del nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, scegliere i siti adatti agli impianti ed al loro tipo”.

    La risposta della Regione invoca l’articolo 197 della legge 152 del 2006, in merito alle “Norme sui materiali ambientali”, in base alle quali spetta alle province identificare “aree idonee all’ubicazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti”. Secondo la stessa legge, la Regione, continua la nota, è responsabile della definizione dei criteri per l’identificazione delle aree e delle strutture. La Regione “ha il compito di redigere il Piano Rifiuti, promuovendo politiche attive per ridurre la produzione di rifiuti, aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti e stimare i fabbisogni delle singole aree provinciali, mentre la localizzazione degli impianti è una competenza delle autorità locali, il risultato del lavoro e delle scelte delle varie amministrazioni “.

    L’individuazione delle mappe dovrebbe dunque sbloccare una progettazione che invece fa riferimento alle politiche sulla gestione dei rifiuti. La transizione in realtà non sarà semplice: in seguito al rogo divampato presso il Tmb Salario, l’Ama tratta solo circa 700 delle 3100 tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti ogni giorno nei propri stabilimenti. I restanti 2400 finiscono in altri stabilimenti nel Lazio o in altre regioni italiane come l’Abruzzo. Il Campidoglio ha ripetutamente affermato di voler procedere alla progettazione di impianti di compostaggio solo per il riciclaggio e il riutilizzo di materiali, mentre si è sempre detto contrario alla creazione di discariche di servizi. Oggi, però, una parte dei rifiuti di Roma, dopo essere stata trattata negli stabilimenti di Aprilia, Ma è nel bacino di Colleferro che ad oggi finisce una parte dei rifiuti romani, un sito che sta esaurendo rapidamente gli spazi.

    Intanto i sindaci interessati dall’eventualità di ospitare le discariche promettono battaglia. “Siamo pronti a scendere in piazza insieme a tutti i cittadini contro una decisione scellerata che porrebbe a rischio la salute pubblica” ha dichiarato il sindaco di Ladispoli Alessandro Grando. “Levatevi dalla testa l’idea di portare una discarica territoriale nel nostro Comune” dichiara Esterino Montino, sindaco di Fiumicino. Anche il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci pone un muro: “Tutte le aree individuate all’interno del Comune di Cerveteri hanno vincoli archeologici individuati dai decreti del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, nonché il parere negativo della Soprintendenza. È vergognoso che la Città Metropolitana di Roma non abbia tenuto conto di tali vincoli”.