LE INDAGINI DELLA PROCURA DI ROMA SU DECINE DI JIHADISTI IN ITALIA – di CHRISTIAN DE LUCA

    JIHADISTI.jpg

    La procura di Roma ha avviato un indagine per terrorismo su decine di indagati sospettati di appartenere alla fondamentalismo islamico della Jihad. La procura di Roma precisa che i seguenti indagati non sono “cellule terroristiche” appartenenti a una organizzazione, ma sono considerati dei “cani sciolti”, ovvero persone nate o giunte nel nostro paese, successivamente convertite al fondamentalismo islamico, anche attraverso la rete internet, partono per le zone di conflitto come, Siria,Libano e Iraq. In quei territori sono addestrati nell’uso delle armi e nella fabbricazione di esplosivi. Infine ritornano nel territorio di partenza. La lista degli indagati è in continuo aggiornamento dalla procura, tra loro ci sono : italiani convertiti, figli di immigrati di seconda generazione e combattenti nelle zone dei Balcani e dell’Afghanistan. Alcuni di loro hanno deciso di distaccarsi e vivere isolati dalla propria comunità islamica, quest’ultima considerata troppo “indulgente” con il mondo Occidentale. Le indagini non si concentrano solo nel territorio della capitale, ma si estendono anche in altre regioni come : Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana. Il ministro degli interni, Angelino Alfano ha dichiarato durante la conferenza della riunione della commissione regionale Antimafia, a Palermo, Per noi – ha detto Alfano parlando di terrorismo – l’allerta rimane altissimo, lo è da tempo ormai. Del resto l’Italia fa parte di una coalizione che combatte il terrorismo dal 2011″, aggiungendo,”Noi siamo attenti e stiamo mettendo in campo le nostre migliori energie dal punto di vista dell’intelligence ma ad oggi nessun Paese puòessere a rischio zero“. Ciò significa che, anche se non ci sono sufficienti elementi a disposizione delle forza dell’ordine e dell’inteligent che possano far pensare a un imminente attacco all’interno del nostro territorio nazionale, la guardia e l’attenzione deve rimanere costantemente elevata, ognuno dei possibili indagati può “azionarsi” in qualsiasi momento. Il ministero degli interni ha provveduto nel massimizzare le forze a disposizione per proteggere e controllare gli obbiettivi sensibili non solo a Roma, ma sull’intero territorio nazionale : zone dove le persone si riuniscono esempio, stazioni della metropolitana, aeroporti, stazioni ferroviarie, monumenti storici, edifici istituzionali e redazioni giornalistiche e radio televisive. Il ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha dichiarato che si costruirà all’interno della procura nazionale antimafia un organismo non autonomo, la superprocura antiterrorismo, per migliorare il coordinamento tra i ministeri e le procure sparse per il territorio nazionale.

    Indagine Antiterrorismo

    14 gennaio 2015.