LONDRA – ESPLOSIONE NELLA METRO: PANICO E FERITI. È TERRORISMO MA STUPISCE L’APPROSSIMAZIONE DELL’ORDIGNO

    L’ora era quella in cui, riversando fiumi di persone nel cuore della City, i mezzi di trasporto londinesi vivono il loro maggior momento di picco. E se c’era davvero volontà o meno di creare terrore (sono ancora tante le ipotesi sul piatto degli investigatori), quel boato udito in fondo ai vagoni della linea verde (mentre era ferma a Parsons Green, ha scatenato un panico senza precedenti, con i passeggeri che fuggendo accalcati si calpestavano l’un l’altro, mentre quelli ustionati dalla detonazione avevano gli occhi sbarrati. Da un primo bilancio stilato dalle autorità sanitarie britanniche, sarebbero almeno 22 le persone ferite. Il comando antiterrorismo della Metropolitan Police avrebbe fermato alla stazione di Birmingham una persona armata, senza ma non è chiaro chiarire però se l’arresto sia legato all’attentato. Ecco che cosa sappiamo finora: A suggerire cautela al momento è la relativa pericolosità dell’ordigno esplso, definito rudimentale. Per intenderci, sarebbe simile a una delle bombe utilizzate nel 2013 a Boston, in occasione della maratona di Boston del 2013, quando furono fatte esplodere due pentole a pressione piene di esplosivo e chiodi. .Come ha subito affermato Mark Rowley, commissario di Scotland Yard, si tratta comunque di un “incidente di natura terroristica”. Tuttavia l’esperto generale maggiore Chip Chapman, è rimasto stupito dal fatto che non sembra sia stato usato “un esplosivo di fascia alta di quelli utilizzati dall’Isis come il TATP. Semmai fosse stato così fosse, -significherebbe che l’attentatore ha fallito del tutto”. Non è nemmeno da escludere un’esplosione accidentale durante il trasporto. Ovviamente l’incidente ha poprtato alla paralisi dell’intero sistema metropolitano, oltre che far scattare l’allarme generale, con le autorità che hanno consigliato ai cittadini di evitare la zona e di allertare subito le forze dell’ordine nel caso si notino attività o oggetti sospetti.
    M.