Maxi multa a big del tabacco in Canada di Gianamrco Chilelli

    Entra nella storia giudiziaria canadese la sentenza del giudice Brian Riordan, che condanna tre settori locali di grandi industrie del tabacco a pagare 15,6 miliardi di dollari canadesi, corrispondenti a 12,5 miliardi di dollari. Imperial Tobacco Canada, la divisione canadese di British American Tobacco, dovrà pagare circa 8,3 miliardi di dollari, cioè i due terzi. I settori locali di Philip Morris e Japan Tobacco International verseranno il terzo rimanente, pagando rispettivamente poco più di 2,5 e 1,6 miliardi. Il giudice ha condannato le tre grandi multinazionali perché insufficienti sono state le informazioni sui rischi legati al fumo fornite dalle aziende ai consumatori. Bruce Johnston, uno dei legali che cura la class action del milione di fumatori, definisce la sentenza “storica non solo per la ricompensa stabilita, ma anche per la salute pubblica’’. La salute pubblica viene certamente dopo il profitto per i commercianti di sigarette ed anche la salute privata non può essere quantificata per poco meno di dodicimilacinquecento dollari a testa. Somma che le tre multinazionali non intendono pagare prima di aver presentato ricorso alla sentenza. Secondo la Imperial Tobacco Canada la decisione del giudice ’’ignora la realta’, ovvero che i clienti adulti e i governi sono a conoscenza dei rischi associati al fumo da decenni’’. La Rothmans, Benson & Hedges, divisione canadese di Philip Morris, dirama in una nota che verrà presentato un appello alla sentenza, avendo “forti basi legali per capovolgere la sentenza’’. Ovviamente è dello stesso parere JTI Macdonald, settore locale di Japan Tobacco, secondo cui “le prove presentate non giustificano le conclusioni’’. La vicenda giudiziaria è destinata ad avere un seguito di certo non breve. Negli ultimi vent’anni sono state pronunciate non poche sentenze con risarcimenti da capogiro a carico di importanti industrie del tabacco, a volte però con esiti deludenti per i fumatori. Nel 2000 infatti una corte dello stato della Florida ordinò all’industria del tabacco americana di risarcire i fumatori per centoquarantacinque miliardi di dollari, ma quando il caso arrivò alla corte suprema dello stato fu chiuso. Ciò a cui spesso fanno appello le multinazionali del tabacco è la consapevolezza del consumatore che sceglie di fumare. Tuttavia la possibilità di conoscere e comprendere effettivamente le gravi compromissioni che possono derivare dal tabagismo è talvolta indimostrabile. Pertanto quando le industrie del fumo non rendono esplicitamente noto che –IL FUMO DANNEGGIA GRAVEMENTE TE E CHI TI STA ATTORNO-, famigerata dicitura dei pacchetti di tabacco e sigarette in molti paesi del mondo, incappano nelle condanne. Le assoluzioni arrivano perlopiù quando si riesce a dimostrare che il consumatore non poteva non sapere a cosa andasse incontro. Che il fumo faccia male è, dunque, acclarato da sentenze in vari paesi del mondo, il nocciolo della questione è la divulgazione. In passato le industrie del tabacco negarono il più possibile che la nicotina fosse una droga e fosse nociva per la salute, fino alla storica sentenza che lo stato del Mississippi ed altri quarantanove Stati vinsero contro l’industria del tabacco. Storia che ispirò nel 1999 il regista Michael Mann per la realizzazione del film The Insider- dietro la verità, con Russel Crowe ed Al Pacino.