MENTRE NEL PAESE INFURIANO LE POLEMICHE SULL’OBIEZIONE DI COSCIENZA RISPETTO ALLA 194, UNA 40ENNE PADOVANA RIFIUTATA DA 23 OSPEDALI PRIMA DI RIUSCIRE AD ABORTIRE

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    Mentre negli ambienti sanitari, e soprattutto politici, non si placano le polemiche relative all’assunzione di due medici non obiettori di coscienza all’ospedale romano San Camillo, un grave fatto di cronaca apre all’opposto il dibattitto sulla spinosa questione. E’ accaduto che una 40enne, già madre di due bambini, ha dovuto girare per ben 23 ospedali tra Veneto, Friuli e Trentino, per poter riuscire ad abortire. Accortasi della gravidanza a metà dello scorso dicembre, ottemperando alla legge secondo cui è possibile procedere all’ivg entro i primi novanta giorni (12 settimane, circa tre mesi), incinta di due mesi, la donna ha dapprima contattato telefonicamente le strutture più vicine, a Padova, per poi ‘allargare’ la richiesta – per l’appunto – a ben 23 strutture ospedaliere. Una situazione surreale che ha indotto la 40enne a rivolgersi addirittura alla Cgil e così, sul fil di lana, a gennaio, è riuscita ad abortire proprio all’ospedale di Padova(la prima struttura contattata),poco prima dello scadere dei novanta giorniprevisti dalla legge 194. Appreso l’accaduto, Luca Coletto, assessore regionale alla sanità, ha annunciato un’indagine interna, approfondendo la vicenda e sentendo anche la donna. Il tenore delle risposte ricevute dalla donna? “Non ce la facciamo”; “Siamo già al limite”; “Non riusciamo a stare nei tempi”; “Ci sono le vacanze”; “Sono tutti obiettori”; “Il problema non è solo trovare un medico ma anche l’anestesista può essere obiettore di coscienza”; “Non siamo nelle condizioni di…”.

    M.