MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO E MILIARDI DI INDOTTO TRADITI DAL SORTEGGIO: L’EMA VA AD AMSTERDAM

    Purtroppo l’estrazione a sorte era presente e prevista nella procedura sin dall’inizio, e dopo il pareggio al terzo turno reso possibile dall’astensione della Slovacchia (che si era astenuta anche al secondo turno dopo che Bratislava non era riuscita a passare il primo), era dunque inevitabile. Una vera e propria beffa che ha finito per premiare Amsterdam, che sarà così la nuova sede dell’Ema. Tra rabbia e dolore, in molti hanno voluto commentare il disastroso esito di questa sorta di riffa. Il premier Gentiloni, attraverso Twitter ha scritto: “Grazie a Milano e grazie a tutti coloro che si sono impegnati per #Ema, nelle istituzioni e nel privato. Una candidatura solida sconfitta solo da un sorteggio. Che beffa!”. Molto amareggiato – ovviamente – Mario Melazzini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che non nasconde all’agenzia di stampa Adnkronos Salute la sua amarezza: “E’ una grande occasione persa per l’Europa, una scelta così importante è stata lasciata al caso. Il dossier italiano era ottimo- assicura Melazzini – e l’Italia è un big della farmaceutica europea, forse il Paese più forte. Le regole del gioco sono queste, ma non è giusto che la scelta finale sia lasciata alla fortuna. “Con tutto il rispetto per l’Olanda, penso che anche l’Europa abbia perso una grande occasione”. Per Matteo Salvini invece, è “pazzesco che una scelta che riguarda migliaia di posti di lavoro e due miliardi di indotto economico venga presa in Europa tramite sorteggio con lancio di una monetina, ennesima dimostrazione della follia con cui è governata l’Unione Europea. Prioritario per il prossimo nostro governo sarà ridiscutere i 17 miliardi all’anno che gli italiani versano a Bruxelles”. Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, Sandro Gozi, perdere la sede dell’Ema con il sorteggio è “come perdere” i Mondiali di calcio “con il lancio della monetina. E’ chiaro che perdere con l’estrazione a sorte, con la pallina estratta, lascia l’amaro in bocca. E’ come perdere una finale ai rigori: anzi, di più, come perdere una finale con la monetina. Il sistema di voto – prosegue Gozi – conferma la validità della candidatura di Milano, che è risultata prima in tutte le votazioni. Milano era prima con 25 voti nel primo turno, e prima con 12 voti al secondo turno. E questo grazie a un grandissimo gioco di squadra che il governo ha fatto”. La rappresentante del settore privato nella cabina di regia istituzionale, Diana Bracco, spiega che “Siamo amareggiati che Milano non sia stata scelta come nuova casa dell’Agenzia Europea dei medicinali. Detto ciò, continuiamo ad essere fieri del grande lavoro fatto per preparare il dossier e sostenere la candidatura italiana in questi lunghi mesi di campagna. Fin dal primo round di votazione si è riconosciuto pienamente il valore tecnico della nostra candidatura ed è stata confermata la grande qualità di Milano. Il lavoro fatto rimane un’importante operazione di promozione territoriale da cui ripartire”. E se Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, parla di un metodo “quanto meno stravagante”, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin scrive che “delusione e amarezza per sconfitta al sorteggio dopo 2 turni vinti. Rimane il valore della candidatura di #Milano su cui Italia ha fatto sistema. #Ema2Milano #EMAMilano”. Sempre via Twitter il sindaco di Milano Giuseppe Sala afferma che “Sicuramente c’è tanta delusione dopo il sorteggio, però, il risultato raggiunto è comunque importante. Siamo stati l’unica città non capitale ad arrivare alla votazione finale – scrive – e siamo stati capaci di confrontarci con le grandi capitali europee”. Poi, in conferenza stampa, Sala sottolinea che è “veramente un po’ assurdo essere esclusi perché si pesca da un bussolotto. Tutto regolare ma non è normale”. Dopo i primi due turni,ci avevamo sperato anche se la seconda votazione ha mostrato che probabilmente qualcuno non ha votato”, poi al terzo turno “probabilmente è venuto fuori qualche accordo politico”. Per il presidente della Regione lombarda, Roberto Maroni, la sconfitta per Ema arrivata dopo il sorteggio è il “paradigma di un’Europa che non sa decidere. Non faccio dietrologie ma ricordo che erano 27 Paesi, uno si è astenuto. Si è andato al pareggio per non scontentare nessuno? Non lo dico. Ma l’Ue – aggiunge – lascia decidere ad altri, non si sa assumere le responsabilità e lascia decidere fuori dall’Europa o affidandosi alla sorte. Da domani io, Beppe Sala e il governo italiano magari qualche iniziativa potremmo pensare di prenderla”.
    M.