MIGRANTI – L’OCSE STIMA NEL 2015 UN MILIONE DI ARRIVI IN EUROPA. GENTILONI: L’UNGHERIA IMPARI DALL’ITALIA

    Gli-stranieri-premono-ai-confini-ungheresi.-Caos-a-Budapest_articleimage.jpg (770×461)

    Per dare idea di come stia vorticosamente mutando la ’geopolitica sociale e culturale’ della terra, e in questo caso dell’Europa, basta dare un’occhiata all’impressionante dato redatto dall’Ocse sulle realtà migratorie: entro il 31 dicembre saranno un milione quanti sono giunti nella Ue tra rifugiati e richiedenti asilo. “L’immigrazione permanente legale è paragonabile a quella osservata negli Stati Uniti – si legge nel rapporto – i paesi dell’Ocse debbano affrontare una crisi umanitaria senza precedenti con costi umani spaventosi e inaccettabili” e “in questo contesto è necessaria una strategia politica globale”. Basta pensare che solamente nel 2014 si è assistito a un aumento del 46% delle richieste d’asilo nell’Ocse. “I dati preliminari per il 2015 indicano che questo sarà un anno record: i principali paesi di destinazione sono Germania, Stati Uniti, Turchia, Svezia e Italia. La Francia è solo sesta, dopo essere stato a lungo uno dei primi tre paesi di destinazione”. E davanti a tanta umanità in movimento e nel contempo ’contrapposta’, il nostro ministro degli Esteri ha giustamente commentato il comportamento, durissimo, dell’Ungheria, rispetto al fenomeno migranti: “E’ impressionante il comportamento dell’Ungheria nei confronti dei migranti, è quasi uno schiaffo in faccia per noi che abbiamo creduto all’allargamento dell’Unione europea. La strada della risposta politica non è della cancellazione ma della gestione del fenomeno – ha giustamente affermato Gentiloni, spiegando poi come sia fondamentale – una flessibilizzazione delle regole di Dublino. Dublino va difesa ma senza distruggere Schengen. Contribuiamo con l’informazione – ha infine aggiunto il ministro – a rendere più informata e consapevole l’opinione pubblica di cosa succede nel mondo perché se si capisce il fenomeno dell’immigrazione si possono dare risposte civili”.

    Tamax

     “Rimanere passivi davanti all’emergenza – aggiunge l’Ocse – potrebbe compromettere gli sforzi per migliorare la situazione a lungo termine, alimentando un senso di disagio nei confronti dell’emigrazione, quali che siano le cifre reali”