Moscovici: Crescita irrealistica, il 2,4 di deficit non può restare

    Sono serie, precise, puntuali e decisamente non ottimistiche le parole che sono state lanciate pubblicamente verso l’Italia da Moscovici nel merito dei rilievi fatti dalla Commissione. Le ha diffuse nel corso di un’intervista alla trasmissione televisiva Piazza Pulita: “Con la nostra lettera chiediamo al governo che la manovra si avvicini alle regole europee, perché non può restare al 2,4% di deficit e con uno scarto del deficit strutturale di un punto e mezzo. Questo non è possibile. Chiediamo una correzione”.

    Il commissario agli Affari Economici ha parlato anche delle stime di crescita del draft: “Credo che la spesa pubblica possa stimolare la crescita. Ma devo constatare che le vostre previsioni di crescita non sono realistiche, non corrispondono ad alcuna previsione di qualsiasi organismo internazionale”.

    Del resto, ancor prima delle sue dichiarazioni nel salotto televisivo, Moscovici aveva chiarito in una conferenza stampa con il ministro Giovanni Tria dopo il loro bilaterale, la posizione ufficiale: ovvero che la “Commissione non è contro questo splendido paese, non è un avversario dell’Italia. E’ l’arbitro sul campo, la persona che fa rispettare le regole del gioco” e che le regole sono state decise e condivise da tutti gli Stati in maniera “democratica”.

    Ma le regole, ha detto “sono strumenti che permettono agli Stati di lavorare insieme”. Alle parole dei vicepremier Salvini e Di Maio, che in questi giorni hanno specificato di avere il diritto di fare più deficit, Moscovici ha replicato con chiarezza: “L’Italia ha diritto di scegliere le sue priorità di bilancio, di mettere l’accento sulla lotta alla povertà, la Commissione non interferirà su queste scelte che sono legittime” ma nello stesso “abbiamo tre domande da rivolgere al governo italiano: la prima è come finanzierà le spese nuove annunciate, chi pagherà la fattura delle spese supplementari non finanziate” e poi chiarimenti sulla “mancata convalida dell’Upb”.

    Per il commissario comunque non esiste un piano B ma solo un piano A: “Restare insieme nella zona euro”.

    In conferenza stampa il l ministro Tria ha spiegato che “i saldi sono stati approvati dal parlamento, l’iter può migliorare la qualità dei provvedimenti che saranno presi, il governo è sempre pronto ad accogliere contributi migliorativi che non mettano in discussione i saldi approvati”.