Nell’era del digitale vince la carta: gli studenti preferiscono i vecchi libri

    In un èra in cui a farla da padrone sembra essere sempre di più lo schermo e tutto ciò che sia digitale, la carta si prende una bella rivincita vincendo clamorasamente nel settore scolastico. Secondo un recente sondaggio condotto da Scuolazoo, infatti, su oltre 4.000 studenti d’Italia, i ragazzi (nonostante tutti i nuovi iscritti siano ormai quelli che vengono definiti “nativi digitali”) dichirano di essere ancora legati ai libri di testo cartacei. Incredibile, ma vero: nell’era degli smartphone, l’82% degli studenti delle superiori preferisce ancora i vecchi e pesanti libri cartacei per studiare. Certo, a dare una spinta decisiva in questo senso è anche la scuola, considerando che nel 75% delle scuole italiane si adottano ancora esclusivamente libri di testo cartacei.
    Certo, ora molti professori utilizzano il metodo dei documenti in pdf, ma anche in questo caso sono stati molti i giovani che hanno confessato di stampare le dispense per poterle studiare. Il 20% delle scuole utilizza entrambi i tipi di testo e solo il restante 5% ha adottato solo testi digitali. Gli studenti dichiarano di concentrarsi meglio sulla carta, soprattutto per la possibilità di sottolineare con colori diversi, inserire frecce, appunti a margine e attaccare post-it, inserire segnalibri e fare orecchiette sulle pagine. Ma in realtà oggi ogni semplice programma base al computer permette di fare esattamente le stesse identiche cose ma in formato digitale. Forse, come accade per i loro insegnanti, anche i cosiddetti nativi digitali hanno una formazione solo sommaria di come si usano gli strumenti digitali?
    Un’altra motivazione della preferenza cartacea è l’appesantimento degli occhi fissando a lungo uno schermo a luce blu. In molti però non rinuncerebbero ai libri di testo cartacei anche per ragioni più “romantiche”: il profumo dei libri nuovi a inizio anno, vogliono vederli consumarsi di giorno in giorno e perché non vogliono rinunciare al soffice fruscio della carta quando gira.
    Nonostante la sorprendente predilezione per i libri stampati della GenerazioneZ, non si può dire che il metodo di studio non sia cambiato e non si sia evoluto. Se anche l’approccio allo studio non si è spostato dai cartaceo ai social network, è anche vero che il reale non può più fare a meno del digitale e viceversa: il 64,5% dei rispondenti usa gruppi WhatsApp per studiare e per confrontarsi con i propri compagni, anche se il 78,9% di loro preferisce incontrarsi dal vivo per ripetere.
    O ancora: per la condivisione degli appunti, se solo il 38,5% degli intervistati utilizza regolarmente degli spazi di archiviazione online condivisi (ad esempio Google Drive), l’80% ritiene che comunque sarebbero uno strumento estremamente utile allo studio e all’apprendimento in aula e a casa.
    Lo studio condiviso richiede quindi oggi il digitale senza fare a meno dello scambio reale, mentre lo studio individuale vede ancora la carta come compagna di concentrazione ed elaborazione dei concetti, per un approccio più personale, unico e perché no, creativo, all’apprendimento.