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“Non useremo il Mes ma i Fondi europei”, afferma Misiani. “Riaperture? Circolano notizie inesatte”

“Il Mes non lo utilizzeremo”, piuttosto l’Italia  farà ricorso al “programma della cassa integrazione europea, ai 200 mld della Bei e anche alle altre possibilità che l’Europa ha deciso in queste settimane. Se la Bce non avesse deciso il nuovo programma di acquisto titoli avremmo lo spread a livelli stellari”.

Così il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, intervenendo stamane  a ‘Mattino 5’, per spiegare che, terminate le restrizioni, “dovremo fare comunque ulteriore deficit, e per questo chiederemo uno scostamento molto consistente al Parlamento”. 

“Il fabbisogno del prossimo decreto dai Fondi europei”

Quindi Misiani ha poi rimarcato che “parte del fabbisogno per il prossimo decreto, che sarà molto più consistente di quello di marzo, lo copriremo con i fondi europei che sono stati svincolati: sono fondi comunitari della programmazione del bilancio europeo, 10-11 miliardi che grazie alla decisione assunta molto rapidamente dalla Commissione Europea potremo svincolare e riutilizzare per l’emergenza sanitaria”.

“Sulla riapertura circolano notizie inesatte”

Quindi il viceministro ha colto l’occasione mediatica anche per replicare all’inesattezza d alcune notizie circolate rispetto alla riapertura ed al termine delle restrizioni: ”Circola un calendario che non è veritiero, ma solo verosimile per la gradualità della riapertura delle attività e della vita sociale – avverte Misiani – Ad oggi non c’è una programmazione decisa: la task force sta iniziando a lavorare in questi giorni, avremo un quadro reale nei prossimi giorni“.

“Dobbiamo arginare una seconda ondata di contagi”

Ad ogni modo, spiega ancora, in ordine di tempo e con gradualità riapriranno per prime “le attività economiche sociali e civili con basso grado di rischio. Certo – osserva Misiani – i dati epidemiologici stanno migliorando ma è necessaria la prudenza contro una seconda ondata di contagi, che sarebbe esiziale anche dal punto di vista economico”.

Max