PAKISTAN – NELLA NOTTE VIOLENTO ATTACCO IN UNA NOTA SCUOLA DI POLIZIA: ALMENO 60 MORTI. GIALLO SULLA RIVENDICAZIONE, ALL’IS REPLICA UN NUOVO GRUPPO SCONOSCIUTO

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    Un blitz rapido quando letale quello effettuato ieri da 3 miliziani del sedicente Stato Islamico in una scuola di polizia della città pakistana di Quetta. Come ha riferito la polizia locale, il bilancio è di almeno 60 morti: “Sono almeno 60 le persone rimaste uccise, oltre ai tre attentatori kamikaze, e circa 120 quelle ferite”, tra cui reclute della scuola e personale della sicurezza”. E dire che la scuola di polizia colpita si trova su Sariab Road, in una delle zone di Quetta ritenute più a rischio e da tempo teatro di attacchi di gruppi armati contro le forze di sicurezza. L’azione ha avuto inizio introno alle 23.30 ora locale (le 20.30 in Italia). Un testimone ha referito di tre kamikaze a volto coperto e con cinture esplosive che hanno fatto irruzione nel compound della scuola di polizia, dove in quel momento si trovavano circa 700 reclute, aprendo il fuoco. “Due dei tre terroristi si sono fatti saltare in aria, e questi hanno provocato vittime, mentre il terzo è stato colpito dalle nostre truppe”. Oltre ad aver rivendicato il sanguinoso attentato, l’agenzia di stampa del califfato ‘Amaq’ ha anche pubblicato le foto dei tre kamikaze. Ma a preoccupare le autorità, una seconda rivendicazione dell’attacco, giunta da un gruppo finora sconosciuto, chiamato Tehreek-e-Taliban Karach che, per mezzo di una email inviata ad alcuni giornalisti, ha affermato che ad eseguire l’attacco sarebbero stati suoi quattro miliziani. A guidare la nuova sigla sarebbe il mullah Dawood Mansoor Hafsullah, uno dei fedelissimi di Baitullah Mehsud, ex leader dei Talebani pakistani ucciso nel 2009 in un raid aereo di un drone Usa. Ma secondo il maggior generale dei Corpi di frontiera della provincia del Baluchistan, Sher Afghan, i kamikaze della scuola di polizia sono affiliati, invece, al gruppo Al-Alimi, fazione di Lashkar-i Jangvi, organizzazione jihadista anti-sciita.

    M.