Parigi richiama l’ambasciatore francese a Roma

    Parigi richiama l’ambasciatore francese a Roma e Salvini ufficializza la crisi tra Italia e Francia parlando di vessazioni. Il vice premier Salvini critica il governo di Parigi mentre da Parigi stessa arriva l’ordine di richiamare l’ambasciatore francese in Italia.
    Gli “attacchi ripetuti” degli ultimi mesi del governo di Roma, come li hanno definiti da Parigi hanno spinto i francesi a presentarsi in patria, per delle consultazioni, l’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset.
    Ed è arrivata subito la replica di Matteo Salvini che di fatto ha acuito ancor più la crisi tra Italia e Francia. “Non vogliamo litigare con nessuno – dice il ministro dell’Interno – non siamo interessati alle polemiche: siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani”, continua, ma lancia frecciata a Parigi e al suo governo. “Disponibilissimi a incontrare il presidente Macron e il governo francese, sederci a un tavolo e affrontare, per quanto riguarda le mie competenze, tre questioni fondamentali. Stop con i respingimenti, stop con i terroristi italiani in Francia e basta danneggiare i nostro i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore”.
    Nel frattempo,Luigi Di Maio ne ha parlato su Facebook: “Il popolo francese è nostro amico e nostro alleato. Il Presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee. Questo non ha mai intaccato il sentimento di amicizia che lega i nostri Paesi e mai lo farà”.
    A loro si unisce il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano: “Nessuna crisi diplomatica, almeno da parte nostra. La loro semmai è una provocazione. Erano abituati ad avere sudditi in Italia: certo che ora notano la differenza”. E non è mancato Alessandro Di Battista. “Più che richiamare in patria l’ambasciatore francese in Italia, suggerisco al presidente Macron di richiamare in Francia quei dirigenti francesi che dettano ancora legge nelle banche centrali africane”