Per l’Onu in Venezuela si contano 40 morti

    Il bilancio, secondo le Nazioni Unite, è di 40 morti e 850 arresti dopo la rivolta sorta per le strade del Venezuela dopo l’auto-proclamazione di Juan Guaidò come presidente ad interim del Paese. Tra i morti, circa 26 sarebbero stati colpiti da mortai esplosi dalle forze dell’ordine  del Venezuela o da forze armate di sostegno al regime bolivariano, ha sottolineato di fronte ai microfoni l’ambasciatore dell’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani Rupert Colville. “Cinque di loro presumibilmente sono morti nel corso delle perquisizioni illegali delle forze di sicurezza in quartieri umili”, specialmente nei luoghi del Venezuela dove si erano tenute le manifestazioni, altri 11 sono stati uccisi durante i saccheggi avvenuti contemporaneamente allo svolgersi delle proteste. Uno dei caduti era invece un rappresentante della Guardia Nazionale Bolivariana che sarebbe stato ferito mortalmente durante le proteste nello stato venezuelano di Monagas, situato nell’area nord-orientale del paese sudamericano. Colville ha dichiarato che tra i fermati ci sarebbero almeno 77 minorenni, e il 23 gennaio, giornata molto calda sul versante delle proteste, sono state bloccate 696 persone, “il numero più alto registrato in un solo giorno (in Venezuela) durante l’ultimo venti anni”. Il portavoce ha riportato alla memoria che l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per l’Onu, l’ex presidente del Cile Michelle Bachelet, ha ricevuto un invito non molto tempo fa per visitare il Venezuela, ma ha dichiarato che il Paese non consente ancora le garanzie per un viaggio di questo tipo. “Normalmente si farebbe una visita preliminare per assicurarsi che valga la pena il viaggio e che avrà libero accesso alle organizzazioni non governative, ma per ora non siamo vicini a questo punto”, è il suo commento. L’ambasciatore delle Nazioni Unite a Ginevra, Alessandra Vellucci, ha commentato nella stessa conferenza stampa, che l’Onu non ha riconosciuto ufficialmente Guaidó come presidente del Venezuela, “il Segretario Generale delle Nazioni Unite non ha l’autorità per fornire il riconoscimento ai leader”.