RENZI: “IL CAV. SCONTERA’ TUTTA LA PENA”

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    Sulla vicenda della c.d. “norma salva Silvio” è intervenuto Renzi affermando : “Cambiamo il fisco per gli italiani”,  difendendo l’impianto della norma al centro della bufera. E chiarisce anche che non ha intenzione di cedere alla pressioni per cambiare subito il testo del decreto: sarà in Consiglio dei ministri, annuncia, il 20 febbraio. Dopo il voto per l’elezione del presidente della Repubblica. Ma così, attacca la minoranza Pd, non solo fa sul fisco una “propaganda indecente” ma “aumenta i sospetti” di un “favore” al Cav proprio in funzione del voto sul Quirinale. Non si fa impressionare e tira dritto, però, il presidente del Consiglio. Trascorre la mattinata dell’Epifania in famiglia, poi nel pomeriggio torna a Palazzo Chigi e si mette al computer per scrivere la sua ’Enews’, dove affronta di petto il tema. “Non faccio norme ad personam, né contra personam. L’ossessione su Berlusconi sia da parte di chi lo ama, che da parte di chi lo odia non mi riguarda. A forza di pensare a lui, per anni si sono dimenticati degli italiani”, replica alla minoranza Pd. Ma non solo. Il premier difende il lavoro in corso per un fisco “semplice, chiaro, trasparente”. Sottolinea che anche i giornali avevano elogiato il decreto attuativo della delega approvato in Consiglio dei ministri la vigilia di Natale. A parere del Presidente del Consiglio la norma “Rispetta il principio di proporzionalità” che “è sacrosanto”. Renzi conferma che delle modifiche al testo sono al vaglio: “Si può eliminare, circoscrivere, cambiare”, scrive senza entrare nel merito. Ma le ipotesi al vaglio sarebbero quella di escludere la non punibilità per le ipotesi di frode (come quella di Berlusconi) o abbassare la percentuale, all’1,6 o 1,8%. Ne potrebbe discutere al Mef anche la commissione tecnica presieduta da Franco Gallo. E potrebbe svolgersi un incontro di Renzi con il ministro Pier Carlo Padoan, che alcune fonti davano come possibile già in serata. Le eventuali correzioni, però, non arriveranno prima del 20 febbraio, annuncia il premier: in quella data il Cdm si riunirà per discutere l’intero “pacchetto delle riforme fiscali”. Non si interviene prima “per evitare polemiche sia per il Quirinale che per le riforme”, ribadisce il presidente del Consiglio.